Con quello che si evince dalla versione proposta appare francamente incredibile come l’attuale Assessore al marmo e il Sindaco rinneghino una delle grandi promesse elettorali, quella in cui annunciavano “ridaremo le cave ai carrarini”. Ironicamente si potrebbe dire che sono stati di parola. Le hanno ridate agli stessi però.
Questo evidenzia, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il palese contrasto tra quanto il Sindaco sbandierava in campagna elettorale e quello che poi ha effettivamente fatto
Pare ormai defitivamente tramontata quella che è stata sino ad oggi una pietra miliare del Movimento.
Oggi possiamo definire il “grande bluff” di De Pasquale, la ormai celebre affermazione che fosse sufficiente una delibera del Consiglio Comunale, da fare in 5 minuti per dirimere la questione a favore della collettività. Il Sindaco ed il suo vice di fatto si invertono la rotta difendendo una proposta di Regolamento che da per assodata la natura privatistica dei “beni estimati.”
Altro che restituzione alla città!!
Oggi qualsiasi dubbio pare chiarito e rafforza quanto sentenziato dai vari giudici che hanno esaminato la questione, malauguratamente viene chiarito nel modo esattamente contrario a quanto sino ad oggi sostenuto dal Movimento 5 stelle.
Ricordiamo a tal proposito l’ultima presa di posizione di De Pasquale, spalleggiato anche dal Vice Sindaco Martinelli, che all’indomani dell’ultima sentenza in merito (sentenza Puzone, febbraio 2018) ribadiva di voler andare avanti con la sua battaglia “a prescindere, perché, ci vuole coraggio”.
Oggi, scoperte le carte, Sindaco e Vice Sindaco si trincerano dietro la necessità che a normare sul tema sia il Parlamento.
Si potrebbe pensare ad un ragionamento saggio, istituzionale, tuttavia dopo aver perso tre anni e con la proposta ferma nella prima commissione parlamentare ormai da un anno ( con governi giallo- verde e giallo- rosso, ovvero col M5S quale filo conduttore della presenza al Governo) sarebbe meglio per l’Amministrazione ammettere che sul tema era corretta l’impostazione passata e coerentemente sollecitare il Parlamento a decidere nel merito.
A questo proposito ribadiamo che il Partito Democratico di Carrara sulla questione si è già espresso e qualora se ne presentasse l’occasione in Parlamento, invita i propri eletti ad esprimersi favorevolmente ad un eventuale definizione dei beni estimati quali patrimonio pubblico.
Per il momento prendiamo atto che le posizioni su cui il Sindaco, ha preso l’impegno con i cittadini al momento del voto, non sono quelle che persegue nell’esercizio del suo mandato, mancando di rispetto a se stesso ed alla città intera.
In compenso il Sindaco e la sua maggioranza non esitano a festeggiare i pochi risultati di rilievo (come il recente annuncio dell’imminente partenza delle opere previste dal bando delle periferie) frutto del lavoro di chi li ha preceduti.
Quantomeno, in questa circostanza, il sedicente assessore alle opere pubbliche Raggi ci ha risparmiato grottesche e sguaiate espressioni.
CIRCOLO PD CARRARA MONTI