Imprese ostaggio del degrado ma il “patto” per la riqualificazione della zona industriale apuana fatica a decollare. All’appello mancano ancora i comuni di Massa e Carrara che, nonostante i solleciti, non hanno ancora presentato la documentazione per definire la mappatura dell’impianto viario della zona industriale apuana indispensabile per passare all’azione. Dopo la fase della ricognizione si sarebbe dovuto passare, in breve tempo, alla pianificazione degli interventi come opere di manutenzione del verde e delle strade costanti, lo spazzamento periodico, il potenziamento della segnaletica orizzontale e verticale e della sicurezza, anche alla luce degli atti vandalici e dei furti che hanno caratterizzato gli ultimi periodi e che sono stati più volte stigmatizzati e denunciati dalle imprese e dalle associazioni di categoria. Nella zona industriale apuana operano circa mille aziende, il 60% hanno meno di 5 dipendenti.

Dalla firma del protocollo promosso dalla Camera di Commercio di Massa Carrara lo scorso gennaio sono passati già sei mesi: ad oggi hanno risposto all’appello il Consorzio Zona Industriale, l’Autorità Portuale e la Provincia di Massa Carrara. E’ ancora la Zona Industriale Apuana, il polmone economico della provincia, a tenere banco in occasione dell’incontro che si è tenuto nel magazzino del capannone della Chean di Sergio Chericoni che per il secondo anno consecutivo ha radunato rappresentanti istituzionali ed economici ed imprenditori per parlare del futuro del territorio. Un futuro, come evidenziato dai dati del dossier dell’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio (più ombre che luci) che nonostante proclami e buone intenzioni nella Zona Industriale Apuana, è ancora molto incerto. “Abbiamo bisogno di fare squadra ma non siamo ancora riusciti a farlo. I comuni sono in ritardo. Ognuno – ha spiegato Cesare Ugolotti, Presidente Consorzio Zona – difende ancora il suo orticello ragionando a compartimenti stagni. La forza territorio sono le piccole imprese che nonostante crisi e difficoltà locali accentuate riescono a proporsi, inventarsi e creare proposte imprenditoriali vincenti. A queste imprese dobbiamo consentire di lavorare mettendogli strade percorribili, decorose e servizi adeguati”.

A definire le tempistiche è il Presidente della Camera di Commercio, Dino Sodini tra gli ospiti del dibattito condotto dal vice capo servizio de La Nazione, Luca Cecconi: “Siamo ancora in una fase di start-up del protocollo. Abbiamo sollecitato i due sindaci ad attivarsi presso i loro uffici di competenza. Ci auguriamo di poter partire in maniera concreta con gli interventi a settembre. La Zona Industriale – ha spiegato alla numerosa platea – è frazionata tra competenze provinciali, comunali, portuali: l’esigenza ora è mappare le aree per definire successivamente gli interventi che i rispettivi soggetti dovranno eseguire”.

E’ pronta a fare la sua parte la Amia che sta già eseguendo degli interventi per tamponare il degrado: “ le imprese – ha spiegato Gianenrico Spediacci, Presidente dell’azienda multiservizi del Comune di Carrara – chiedono decoro, strade pulite, manutenzione del verde, illuminazione e videosorveglianza. Ma c’è prima bisogno sapere di chi fa le cose: c’è troppa confusione. Serve un progetto continuativo nel tempo per la pulizia e lo sfalcio, sugli scarichi che però va programmato e finanziato. Il protocollo per il decoro è una iniziativa importante. Noi siamo pronti ad agire: aspettiamo solo il via”. Nel contesto dell’incontro si è parlato anche del futuro del porto di Carrara con Lorenzo Forcieri, Presidente Autorità Portuale La Spezia e Francesco Messineo, Presidente Autorità Portuale Massa Carrara e di occupazione con Roberto Venturini, (Segretario Fillea Cgil).