Sono quasi 10 anni che siamo senza un palazzetto dello sport.
E ancora si perde tempo a raccontare mezze verità (che poi sono anche mezze bugie) sulla realizzazione del progetto.
L’attuale sindaco, oramai da 8 anni parte del gotha amministrativo di questa città, da sportivo quale dichiara di essere, avrebbe avuto tutto il tempo per portare a compimento l’opera, se solo ne avesse avuto la volontà o la priorità.
Ed invece la strana danza ondivaga per schivare gli ostacoli, a guisa di slalom, fa da contrappunto ad una staticità cittadina preoccupante per il prossimo futuro.
Ricordo che durante un recente Consiglio comunale sul bilancio, quando fu presentato il piano triennale delle opere intervenni facendo debitamente presente che quello che si sarebbe voluto realizzare non era un palazzetto, bensì una palestrona. E di sicuro i posti non erano sufficienti.
Si parlava di circa 400 posti.
Qualcuno, dai banchi della Giunta, sorrise beffardamente.
Ebbene, oggi si scopre che il Coni, per l’omologazione alle categorie inferiori, chiede almeno 1000 posti.
Il sorriso si è tramutato in smorfia. E ora tutti a cercare i soldi perché, come per magia, dai 2 milioni iniziali, siamo già a 3.
La cosa strana è che nessun privato ha presentato un project, quasi a snobbare questa città e questa opportunità.
O forse le pretese erano elevate?
Non è dato sapersi, fatto sta che la spesa se l’accolla il nostro virtuoso Comune.
Più volte è stato segnalato che, comunque sia, il sito è inidoneo per la presenza di industrie a rischio e per un’area soggetta a SIR.
E a proposito di SIR, nella precedente amministrazione ci fu “venduta” l’errata informazione che tutti i problemi con l’allora SIN erano risolti.
Con quella attuale sembrava che addirittura questi non fossero problemi, ma quisquilie.
E poi si scopre che sono ancora in corso trattative con la Regione per dirimere la questione. Ma basta aspettare e presto avremo delle risposte certe o le solite deroghe.
Arriveremo, non con certezza assoluta, ad un “compromesso logistico-sportivo” dove si realizzerà questo ibrido chiamato palazzetto mascherato da palestra (o viceversa a seconda degli angoli visivi), che non sarà certo sufficiente nel tempo, ma servirà a far dire a qualcuno: noi (o meglio IO) l’abbiamo fatto!
Le valutazioni politiche dietro questa operazione denotano, se mai ci fosse il bisogno di confermarlo, quanto non ci sia una visione di sviluppo futuro per la città, ma si vive con l’affanno del momento.
Ed il parcheggio del mercato coperto ne è stato l’incipit: riduciamo perché non ci sono soldi. E lo facciamo pure male e con una tecnologia architettonica antiquata, così si risparmia.
Ne riparleremo tra 10 anni, perché questa è la vita media delle opere realizzate dalle amministrazioni succedutesi negli ultimi anni.
E lo stesso vale per il palazzetto.
Che senso aveva individuare un’area apposita ed attrezzarla a Cittadella dello Sport, tanto cara all’amico Fabio Vullo che alzò i tacchi quando vide una certa sordità a simili parole?
Che senso ha INVESTIRE in un palazzetto vero e proprio che possa essere a norma anche per le serie maggiori?
Si potrebbero organizzare tornei ufficiali e portare indotto.
Invece la logica micragnosa del non dover indebitarsi lascerà Massa con una struttura di 3 milioni spesi che non ci faranno fare alcun salto di qualità.
E pensare che basterebbe un milione in più. Uno sforzo che nessun cittadino negherebbe.
Uno slancio “azzardato” che ridarebbe nuova linfa ad una politica schiacciata nella logica dell’autoreferenzialità e del menefreghismo pubblico.
E finalmente un’opera strutturale degna di avere tale nome dato che negli ultimi 20 anni abbiamo assistito solo ad interventi di maquillage cittadino.
Forse non c’è la volontà di pensare in grande.
Forse non c’è la volontà di fare qualcosa di diverso.
Forse si ha paura di scegliere.
O Forse non si è in grado di scegliere.
Forse non si è capaci di guardare avanti, ma contano solo i voti del momento, dato che siamo tutti di passaggio.
Orazio parlava di “aurea mediocritas”: in questo caso, togliamo pure l’aggettivo.
Stefano Caruso