4 pensiero su “Problema Rom: cosa ne pensate ?. Un vostro pensiero sul blog”
Micheloni: caos mentale o ultimi colpi di calore?
L’articolo della Lega Nord a firma di Micheloni sembra il frutto di una confusione mentale: mescola la vicenda della Rumianca con il Porto turistico e il campo nomadi del Lavello. Che senso ha appaiare temi così diversi e lontani tra loro se non l’obiettivo di ritornare ad alzare la bandiera della “sicurezza” – forse meglio parlare di razzismo – in vista dell’appuntamento elettorale, senza rispondere con proposte concrete ai reali problemi del territorio.
La posizione dell’Idv è da sempre molto chiara sulle due vicende richiamate dalla Lega Nord, cui forse è sfuggita per l’incapacità dei suoi esponenti di seguire la politica di questi ultimi anni. Per quanto riguarda il porto turistico riteniamo non ci sia molto da aggiungere in questo contesto, mentre vale la pena soffermarsi sulla questione del campo nomadi del Lavello.
Purtroppo le cronache del giorno registrano un altro bambino morto nel rogo della sua campina a Roma. La situazione di rischio non è molto diversa nel nostro campo di Carrara sul cui superamento l’Idv si era già espressa, due anni fa, dando pieno sostegno alle amministrazioni locali affinché muovessero in questa direzione.
Porsi il problema del superamento del campo nomadi vuol dire trovare delle soluzioni e perseguirle, non solo sbandierare il problema a fini elettorali, come d’altro canto stanno facendo il presidente francese Sarkozy e il ministro Maroni. Superare la logica del campo non significa, come ha fatto il Sindaco capitolino Alemanno, vincere le elezioni con questo slogan per poi crearne dei nuovi alle porte della città. Porsi l’obiettivo del superamento del campo vuol dire procedere all’integrazione di una comunità che è residente nel nostro territorio da più di venti anni. Innanzi tutto è necessario superare quella visione “culturalista” per cui il campo incarna la cultura romanì.
Perché invece non si iniziano a utilizzare le risorse per la gestione di politiche abitative anche emergenziali serie, come previsto dalla stessa legge regionale? L’impegno delle amministrazioni, come confermato dalla posizione assunta dalla Provincia, vanno nella giusta direzione ma, oltre alla componente abitativa, è necessario perseguire politiche di più ampio respiro volte all’integrazione della popolazione romanì, partendo innanzi tutto dalla scuola per risolvere in maniera efficace il problema dell’inserimento lavorativo e professionale dei rom.
Poiché una seria politica d’integrazione passa attraverso la scuola, le iniziative di scolarizzazione dei bambini rom devono porsi l’obiettivo del successo scolastico e non garantire soltanto la frequenza. Gli alunni rom, nel migliore dei casi, completano la scuola elementare senza aver acquisito la strumentalità minima di base: saper leggere, scrivere e far di conto. La presenza di bambini rom nella scuola è condizionata da stereotipi e pregiudizi, buoni per vincere le elezioni, ma che conducono al fallimento del progetto educativo e al mancato obiettivo della formazione professionale e dell’ingresso al mondo del lavoro.
Infine, sono da contrastare quegli atteggiamenti che ritengono di “gestire” o “tutelare”, evitando ogni forma di crescita dell’autonomia e della normalità per i rom, anche isolando le sacche di criminalità e legalità che esistono.
È una questione indubbiamente articolata e complessa e, come è evidente, tutto ciò non si può ridurre in uno slogan e tanto meno mescolare con la Rumianca e con il porto nel tentativo di raccattar consensi.
Galeano Fruzzetti
Coordinatore Idv Massa Carrara
Come ben dice Galeano Fruzzetti: È una questione indubbiamente articolata e complessa e, come è evidente, tutto ciò non si può ridurre in uno slogan e tanto meno mescolare con la Rumianca e con il porto nel tentativo di raccattar consensi.
Quanto si tratta di ROM ricorre spesso la parola razzismo.
Ma obbiettivamente bisogna ammettere che ai più questo tema scottante, a volte stridente con le proprie ideologie politiche, risulta di difficile trattazione. E’ difficile riuscire a difendere i ROM anche se si vota a sinistra, se si fa parte dei CARC o si è il segretario generale della CGIL.
I ROM vivono rubando questo è assodato, hanno uno scarsissimo rispetto dell’altrui persona, hanno un senso della società tutto loro, pretendono di difendere le loro tradizioni nomadi ma vogliono la casa popolare. Orbene credo di poter dire che chi difende per assurde militanze ideologich i ROM o è un ipocrita oppure ha perso i contatti con la realtà.
sono completamente daccordo con Gianluca,i rom rifiutano l’integrazione pretendendo di vivere al di fuori delle leggi, delle regole civili e dei doveri di cittadini,ma conoscono bene la parola “diritto”, diritto alla casa, ai servizi, alle cure ecc.Pretendono senza contribuire minimamente alla società,alla comunità che li accoglie,gravando anzi su di essa con molti costi sociali d ( giustizia, sanità ,ecc.),. E’ notorio inoltre come anche i tanto discussi campi rom, fungano in realtà come base d’appoggio per altri rom che delinquono fuori della loro zona.Personalmente non conosco un solo rom che abbia un lavoro onesto,ma se qualcuno ne conosce sarò felice di ricredermi.Inoltre consentire a queste persone di impossessarsi di luoghi pubblici come il parcheggio di Mirteto, seminando oltretutto il panico nei residenti a causa dei comportamenti violenti tenuti,è uno schiaffo a tutti i cittadini che rispettano il prossimo e le leggi.
L’impunità a questi e ad altri comportamenti genera poi le conseguenze che spesso prendono il nome di razzismo,ma che nascono in realtà da un senso di frustrazione dovuto al fatto di essere inutilmente onesti.
Ed è proprio a questi cittadini che la politica dovrebbe volgere ogni tanto lo sguardo,a quei poveri cristi che si spaccano la schiena, pagano le tasse,le cure,e persino le ammende,magari per occupazione del suolo pubblico….
Micheloni: caos mentale o ultimi colpi di calore?
L’articolo della Lega Nord a firma di Micheloni sembra il frutto di una confusione mentale: mescola la vicenda della Rumianca con il Porto turistico e il campo nomadi del Lavello. Che senso ha appaiare temi così diversi e lontani tra loro se non l’obiettivo di ritornare ad alzare la bandiera della “sicurezza” – forse meglio parlare di razzismo – in vista dell’appuntamento elettorale, senza rispondere con proposte concrete ai reali problemi del territorio.
La posizione dell’Idv è da sempre molto chiara sulle due vicende richiamate dalla Lega Nord, cui forse è sfuggita per l’incapacità dei suoi esponenti di seguire la politica di questi ultimi anni. Per quanto riguarda il porto turistico riteniamo non ci sia molto da aggiungere in questo contesto, mentre vale la pena soffermarsi sulla questione del campo nomadi del Lavello.
Purtroppo le cronache del giorno registrano un altro bambino morto nel rogo della sua campina a Roma. La situazione di rischio non è molto diversa nel nostro campo di Carrara sul cui superamento l’Idv si era già espressa, due anni fa, dando pieno sostegno alle amministrazioni locali affinché muovessero in questa direzione.
Porsi il problema del superamento del campo nomadi vuol dire trovare delle soluzioni e perseguirle, non solo sbandierare il problema a fini elettorali, come d’altro canto stanno facendo il presidente francese Sarkozy e il ministro Maroni. Superare la logica del campo non significa, come ha fatto il Sindaco capitolino Alemanno, vincere le elezioni con questo slogan per poi crearne dei nuovi alle porte della città. Porsi l’obiettivo del superamento del campo vuol dire procedere all’integrazione di una comunità che è residente nel nostro territorio da più di venti anni. Innanzi tutto è necessario superare quella visione “culturalista” per cui il campo incarna la cultura romanì.
Perché invece non si iniziano a utilizzare le risorse per la gestione di politiche abitative anche emergenziali serie, come previsto dalla stessa legge regionale? L’impegno delle amministrazioni, come confermato dalla posizione assunta dalla Provincia, vanno nella giusta direzione ma, oltre alla componente abitativa, è necessario perseguire politiche di più ampio respiro volte all’integrazione della popolazione romanì, partendo innanzi tutto dalla scuola per risolvere in maniera efficace il problema dell’inserimento lavorativo e professionale dei rom.
Poiché una seria politica d’integrazione passa attraverso la scuola, le iniziative di scolarizzazione dei bambini rom devono porsi l’obiettivo del successo scolastico e non garantire soltanto la frequenza. Gli alunni rom, nel migliore dei casi, completano la scuola elementare senza aver acquisito la strumentalità minima di base: saper leggere, scrivere e far di conto. La presenza di bambini rom nella scuola è condizionata da stereotipi e pregiudizi, buoni per vincere le elezioni, ma che conducono al fallimento del progetto educativo e al mancato obiettivo della formazione professionale e dell’ingresso al mondo del lavoro.
Infine, sono da contrastare quegli atteggiamenti che ritengono di “gestire” o “tutelare”, evitando ogni forma di crescita dell’autonomia e della normalità per i rom, anche isolando le sacche di criminalità e legalità che esistono.
È una questione indubbiamente articolata e complessa e, come è evidente, tutto ciò non si può ridurre in uno slogan e tanto meno mescolare con la Rumianca e con il porto nel tentativo di raccattar consensi.
Galeano Fruzzetti
Coordinatore Idv Massa Carrara
Come ben dice Galeano Fruzzetti: È una questione indubbiamente articolata e complessa e, come è evidente, tutto ciò non si può ridurre in uno slogan e tanto meno mescolare con la Rumianca e con il porto nel tentativo di raccattar consensi.
Quanto si tratta di ROM ricorre spesso la parola razzismo.
Ma obbiettivamente bisogna ammettere che ai più questo tema scottante, a volte stridente con le proprie ideologie politiche, risulta di difficile trattazione. E’ difficile riuscire a difendere i ROM anche se si vota a sinistra, se si fa parte dei CARC o si è il segretario generale della CGIL.
I ROM vivono rubando questo è assodato, hanno uno scarsissimo rispetto dell’altrui persona, hanno un senso della società tutto loro, pretendono di difendere le loro tradizioni nomadi ma vogliono la casa popolare. Orbene credo di poter dire che chi difende per assurde militanze ideologich i ROM o è un ipocrita oppure ha perso i contatti con la realtà.
sono completamente daccordo con Gianluca,i rom rifiutano l’integrazione pretendendo di vivere al di fuori delle leggi, delle regole civili e dei doveri di cittadini,ma conoscono bene la parola “diritto”, diritto alla casa, ai servizi, alle cure ecc.Pretendono senza contribuire minimamente alla società,alla comunità che li accoglie,gravando anzi su di essa con molti costi sociali d ( giustizia, sanità ,ecc.),. E’ notorio inoltre come anche i tanto discussi campi rom, fungano in realtà come base d’appoggio per altri rom che delinquono fuori della loro zona.Personalmente non conosco un solo rom che abbia un lavoro onesto,ma se qualcuno ne conosce sarò felice di ricredermi.Inoltre consentire a queste persone di impossessarsi di luoghi pubblici come il parcheggio di Mirteto, seminando oltretutto il panico nei residenti a causa dei comportamenti violenti tenuti,è uno schiaffo a tutti i cittadini che rispettano il prossimo e le leggi.
L’impunità a questi e ad altri comportamenti genera poi le conseguenze che spesso prendono il nome di razzismo,ma che nascono in realtà da un senso di frustrazione dovuto al fatto di essere inutilmente onesti.
Ed è proprio a questi cittadini che la politica dovrebbe volgere ogni tanto lo sguardo,a quei poveri cristi che si spaccano la schiena, pagano le tasse,le cure,e persino le ammende,magari per occupazione del suolo pubblico….