“Quando dei lavoratori si fermano e fanno sciopero il primo dovere di tutti è ascoltarne le ragioni. Noi abbiamo letto le motivazioni per cui i cavatori hanno indetto una giornata di mobilitazione per lunedì 1 aprile e le condividiamo. Chiedono più lavoro e più sicurezza e temono che l’attuale incertezza che grava sul mondo del lapideo avrà gravi ripercussioni occupazionali e quindi sociali. Anche noi camionisti abbiamo le stesse preoccupazioni” così Cesare Pilli, presidente del Consorzio Autotrasportatori Marmo e Affini e presidente del settore autotrasportatori della Confartigianto, spiega la posizione dei camionisti sullo sciopero del marmo.

“Solo a Carrara noi come Consorzio – spiega Pilli – contiamo circa 80 ditte di trasporto legate alle cave con almeno 150 occupati. Se togliamo l’ossigeno del lapideo tanti dei nostri associati saranno costretti a chiudere e tante famiglie si ritroveranno senza un reddito. E questa è una eventualità che va evitata”

“L’escavazione e la lavorazione del marmo – spiega Pilli – sono una fonte di ossigeno per le imprese e l’occupazione in tutta la nostra provincia, e quindi è ovvio che se si chiudono le cave sarà un disastro non solo per i cavatori, ma anche per tanti altri. Il lapideo non va visto come un’isola, ma come un centro da cui si irradiano altri centri. Se si lavora al monte, si lavora al piano il che significa che lavorano le ditte delle indotto, ma anche il settore del commercio, dei pubblici esercizi, degli artigiani”.

E’ necessario restituire un clima di serenità e certezza a tutto il mondo del lapideo, perché nel dubbio su cosa potrebbe avvenire nelle prossime settimane nessuno avrà voglia di investire e programmare e questo alla fine comporterà un danno non solo alle imprese ma anche a tutta Carrara” conclude Pilli.