Gaia approda in consiglio comunale in due odg diversi nel loro contenuto. Uno chiede di avviare una procedura esterna di consulenza per verificare l’effettiva possibilità di uscire dal gestore idrico; l’altro di modificare la legge regionale e rivedere il perimetro dell’ATO riducendolo al bacino idrografico.

Dopo la sceneggiata iniziale per la verifica del numero legale, garantito come sempre da stampelle dell’opposizione, si decide per una sospensione atta a verificare la possibilità di integrare i due documenti.

Si nota, purtroppo, anche l’assenza del consigliere regionale di riferimento.

Nella riunione con i capigruppo, il sindaco esprime le sue motivazioni con la chiara affermazione che da Gaia non si può uscire, mentre quanto richiesto dall’altro odg sembra sia un percorso condivisibile.

Logica conseguenza: il primo odg diventa inutile in quanto sarebbe uno spreco di denaro inutile se non si può uscire da Gaia.

Si cerca, quindi, la sintesi tra i due documenti e si perviene ad un nuovo documento integrato che sembrerebbe soddisfare anche le esigenze del sindaco.

Dopo la lettura in aula, poiché nella fretta non è stato possibile riscriverlo in “bella copia”, si aprono scenari che la dicono lunga su quanto a parole siano tutti bravi, ma nei fatti nascono distinguo e relative  prese di posizione.

9 voti contrari della maggioranza. 5 favorevoli (tra cui il mio) nell’opposizione e poi una pletora di non votanti.

Sebbene possa comprendere i mal di pancia di maggioranza che hanno avvolto 3 consiglieri portandoli a non votare, difficilmente si comprendono i 5 non votanti dell’opposizione (arancioni e UDC). Ci si potrebbe sprecare in dietrologia spicciola, però.

Dunque il consiglio comunale di Massa, nella sua maggioranza di sinistra-centro continua a non voler intraprendere una politica di rilancio e di sviluppo a medio/lungo termine, basandosi solo sulla contingenza dei nudi numeri da far quadrare.

Volontà di intraprendere azioni che potrebbero disturbare l’establishment non ce ne sono.

E nel mentre i cittadini si agitano e si ribellano sperando di vedere soddisfatte le loro richieste che sfociano in ennesime promesse dal sapore meramente elettorale.

Allo stato attuale, un documento che poteva aprire nuovi scenari non è stato votato, forse con il preciso scopo di tenere ancora la gente in stato di bisogno per poterla meglio controllare.

 

Il consigliere comunale

Stefano Caruso