Una città che vive dell’identità che deriva dal suo passato non può rinunciare a oltre cento anni della propria storia sportiva. Le pagine scritte dalla Carrarese fanno parte della vita di ogni carrarino. Su quelle maglie sono impressi i nomi di giocatori, allenatori, presidenti, dirigenti, tifosi che parlano di noi, di quelli che siamo stati e che ancora oggi siamo. Se ci sono delle responsabilità in quello che sta per succedere è bene che ci si batta perché affiorino e la città le possa riconoscere. Se ci sono delle speranze residue è bene che le si coltivi fino all’ultimo istante.

Sotto le nostre montagne si nasconde una ricchezza che potrebbe regalare alla città ben altri fasti, altrove si mettono a profitto gelati, ceramiche, piastrelle, prodotti chimici, acciaio e altro  mentre a Carrara, all’ombra di un dono ben più prezioso, ci ritroviamo a pietire un aiuto per salvare un blasone che rappresenta la città intera.

Sì è ben vero che ci sono molte priorità che vanno comunque affrontate e risolte, ma è altrettanto vero che ci sono dei simboli che non possono essere gettati al vento senza indignarsi. Nel passato ci sono stati tanti campionati esaltanti sotto la guida di imprenditori locali del marmo e nel tempo recente sono stati fatti molti sforzi,  energie e risorse finanziarie sono state spese con generosità da carrarini eccellenti, su tutti Gigi Buffon, uno di noi, come si inneggia con orgoglio sugli spalti. Grazie a lui si è prolungata una situazione sportiva nell’attesa che la città si organizzasse, che le forze imprenditoriali locali si coalizzassero, almeno attorno ad un bene collettivo e non di parte, ma “solo” di tutti senza disconoscere che le aste del marmo e le donazioni nel periodo dell’ultimo Natale sono stati gesti preziosi.

Come sindaco so di essermi impegnato perché si addivenisse ad una soluzione onorevole, ragionevole e realistica. Ho cercato di farlo con discrezione, perché non si pensasse ad un intervento che potesse essere strumentalizzato a fini estranei alla Carrarese ed ai suoi interessi. Ma a fronte delle ultime scadenze rimaste senza esito, di fronte alla città intera io sento di doverci mettere ancora la faccia.

Io credo che ci possa essere ancora un moto di orgoglio che merita un’ultima dilazione, un’altra chance per poter permettere a chi potrebbe farlo di salvare la nostra squadra.

E’ una stagione in cui abbiamo bisogno di segnali di vicinanza, di gesti che sostengano l’identità ed il senso di appartenenza, la città ha bisogno di tutti i suoi cittadini; abbandonare la Carrarese al suo incerto destino sarebbe un errore grave, un atto mancato che potrebbe acuire i rancori, le diffidenze, far crescere il disincanto, la disaffezione, lo sconforto.

Mi rivolgo a tutti ma in primis ai nostri imprenditori per chiamarli a riflettere davanti ad una sfida che rappresenta un test,  che segnerà nel bene o nel male il futuro della città, le sue ambizioni il suo orgoglio.

Non possiamo essere solo terra da sfruttare, abbiamo tutti una responsabilità davanti alla gente che qui vive e davanti a questa terra, al suo passato, alla sua storia. Non è possibile che questa stagione segni il picco più basso di ogni tempo nel nostro libro dello sport.

I carrarini non hanno mai abbandonato la loro squadra, seppure ben lontani dai fasti delle serie maggiori è sempre stata seguita, e pure chi non frequenta lo stadio dei Marmi, la sente comunque come un pezzo di città, un patrimonio comune.

Se nel feroce confronto politico di questa stagione inquieta molte sono le responsabilità che, a torto o a ragione, vengono attribuite all’Amministrazione comunale, sento dal polso della Città che anche questa vicenda merita la massima considerazione ed è per questo che ho deciso di costituire la Carrarese Calcio 1908 Srl per offrire a tutti un’ultima opportunità che può essere colta solo con quel senso di responsabilità che la città si aspetta anche in “zona Cesarini”.

Il Sindaco

Angelo Zubbani