La transazione fiscale, prevista dalla legge fallimentare, deve essere estesa anche ai tributi regionali e locali. La Giunta deve quindi attivarsi presso il Parlamento e il Governo, oltre a sollevare la questione in Conferenza Stato Regioni, per una specifica modifica normativa. Lo chiede una mozione approvata all’unanimità dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani.

La legge fallimentare prevede alcune misure per superare le crisi d’impresa, come il concordato preventivo e l’accordo di ristrutturazione. In sintesi, il debitore può presentare ai creditori una proposta di pagamento ridotto, o dilazionato, purché non inferiore alla misura fissata in legge, ed il creditore in genere l’accetta, perché, pur perdendo parte del suo credito, evita di esporsi ai rischi di una procedura diversa, dai risultati incerti e con tempi più lunghi. Questa possibilità viene estesa anche ad alcuni tributi amministrati dalle agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane), ma non a tutti.

“In materia vige il principio generale dell’indisponibilità del credito tributario – ha ricordato il consigliere Marco Niccolai, primo firmatario del testo – L’applicazione della transazione al tributo fiscale, in quanto norma derogatoria, è limitata ai casi specifici richiamati in legge e non può essere estesa per analogia ad altri tipi di tributi (Imu, Tari, Tasi, Tosap, ecc.)”. Da qui la necessità di un intervento legislativo, utile a fronteggiare meglio le crisi aziendali e dare garanzie più certe sulla riscossione in tempi rapidi.