Dall’inizio della crisi per la prima volta gli occupati in provincia di Massa Carrara tornano a crescere. Non siamo ancora ai livelli pre-crisi e nemmeno ai livelli medi regionali e nazionali ma il segnale è forte ed incoraggiante. Gli occupati sono il 2,5% in più, diminuiscono anche coloro che sono in cerca di un lavoro (-26,2%). L’effetto sul tasso di disoccupazione non è solo un effetto ottico (-4,2%). Non sono gli unici dati confortati in prospettiva contenuti nel dossier economico della provincia di Massa Carrara elaborato dall’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio presentati in occasione della Giornata dell’Economia apuana nello stabilimento della ex Eaton, luogo simbolo allo stesso tempo della crisi dopo l’addio della multinazionale americana e del rilancio con il progetto Iglom. “Il territorio apuo-lunigianese non è ancora fuori dalle sabbie mobili della crisi e presenta ancora numerosi elementi di debolezza sia dal punto di vista demografico sia per alcuni settori strategici come turismo, commercio, artigianato ed edilizia che continuano a soffrire. Il dinamismo e la voglia di fare impresa – analizza Dino Sodini, Presidente della Camera di Commercio – stanno tenendo in piedi il sistema economico. Il numero delle attività, nel complesso, è tornano in saldo positivo grazie anche a curiosi trend come l’exploit dell’ambulantato, della meccanica legata alla Nuova Pignone e dell’export che resta da record. E così è stato per l’occupazione, che rappresenta un elemento importante e per le prospettive di assunzioni nell’anno in corso che dovrebbero attestarsi attorno alle 360 unità. Per la crisi dell’edilizia ci aspettiamo risposte dai piani regolatori dei comuni: strumenti che le imprese aspettano e che hanno le caratteristiche per aiutarle ad uscire da una congiuntura sfavorevole”. Alla presentazione del dossier, all’Ex Eaton, sono intervenuti tutti i principali attori del territorio, sindaci, deputati, rappresentanti delle associazioni di categoria e sindacati, imprenditori. Da segnalare la presenza, nella dibattutissima tavola rotonda che ha fatto seguito all’illustrazione del dossier, dell’assessore regionale alle attività produttive, credito, turismo e commercio, Stefano Ciuoffo.

La posizione della provincia apuana nel contesto di alcune graduatorie è altro elemento di analisi interessante che ci calano in una dimensione nazionale di confronto: su 110 provincie Massa Carrara si trova al 65esimo posto per indice di competitività davanti solo a Grosseto, al 37esimo per dotazione infrastrutturale grazie alla presenza di una viabilità stradale, ferroviaria e marina sviluppata, al 43esimo per tasso di internazionalizzazione, al 76esimo posto nella graduatoria sull’occupazione e al 27esimo posto per densità imprenditoriale con 116 imprese ogni 1.000 abitanti. Ultimi posti, se prendiamo tutte le osservazioni territoriali (provincia, regioni e ripartizioni) la provincia è all’123esimo posto per indice di vecchiaia, al 114esimo per reti di impresa, appena 1,2 ogni 1.000 contro una media nazionale di 2,7, e107esimi per tasso di digitalizzazioni. “Gli indicatori ci dicono chiaramente che la nostra provincia nel complesso dell’analisi – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente dell’Isr – si colloca a metà strada tra un territorio in difficoltà, più vicino al trend del Sud del paese che ha però elementi di trattoria positiva tipici del Nord. L’indice di densità imprenditoriale sta a indicare una vivacità incredibile delle imprese di mettersi in gioco che deve però essere sostenuta anche a livello locale. La riapertura del credito è un elemento indispensabile i cui effetti saranno valutati il prossimo anno. La pressione fiscale continua ad essere sempre altissima: le imprese del nostro territorio – prosegue Tongiani – dovranno lavorare fino ai primi giorni di luglio per saldare il proprio debito con lo stato. Troppi”.

Meno residenti per la prima volta. Nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione della popolazione residente di 1.680 unità: sommando le ultime due annualità la perdita di popolazione è stata addirittura di circa 2.600 persone. La prima variazione da sottolineare è quella relativa ai nati vivi che sono risultati 1.216, a fronte dei morti che hanno raggiunto la quota di 2.720 unità, per un saldo naturale negativo di 1.504 unità. Per il saldo migratorio osserviamo invece che le iscrizioni nelle anagrafi comunali sono state 4.338, a fronte di 4.514 cancellazioni, per un dato negativo di 176 unità, ed è la prima volta che si registra un risultato di questo genere. Il saldo naturale e saldo migratorio, entrambi negativi, hanno determinato un saldo demografico generale con valori in calo e pari a -1.680 unità, il valore più basso di sempre che ha pure stabilito una popolazione a fine 2015 pari a 197.726 residenti, bisogna risalire ai dati del 2002, comunque influenzati dal censimento, per ottenere  un valore così basso. Le persone straniere residenti nel territorio apuano risultano 13.644 per un’incidenza del 6,9% sul totale.

4 nuove imprese al giorno. Anche nel corso dell’anno 2015 si conferma la voglia di fare impresa da parte degli imprenditori apuani. Nonostante il perdurare di una serie di difficoltà i dati del Registro camerale mostrano la presenza di 22.906 imprese registrate ed in crescita del +0,92% rispetto al consuntivo dell’annualità 2014. Segnali positivi anche per le imprese attive pari a 19.105 unità (+0,3%) ed anche per il totale delle localizzazioni che assommano a 27.368 imprese (+0,8%). Il tessuto imprenditoriale cresce maggiormente rispetto a quello medio della Toscana (+0,88) e dell’Italia (+0,75%). Se il saldo positivo del 2014 era stato di 151 aziende, quest’ultimo anno si è raggiunta la quota di 209 unità, un aumento rispettabile e frutto delle 1.450 nuove iscrizioni avvenute nel corso dell’anno, circa 4 imprese nate ogni giorno, a fronte delle 1.241 aziende che invece hanno purtroppo chiuso i battenti, in ogni caso 3,4 attività economiche che chiudono quotidianamente nel nostro territorio permane un dato non solo negativo ma anche decisamente preoccupante. Fatto 100 il numero delle imprese nate nel 2012 ne risultano ancora attive il 67,9% circa.

In aumento il reddito. Quest’anno i dati che presentiamo sono forniti ed elaborati da fonti Istat, Unioncamere e dall’Istituto “G. Tagliacarne” e per la provincia di Massa-Carrara possiamo osservare che il valore aggiunto complessivo realizzato nell’anno 2015 è stato pari a 4.130 milioni di euro, in crescita di 60 milioni rispetto al 2014, per una variazione del +1,5%; un incremento in termini percentuale superiore, seppur lievemente, sia al dato positivo regionale (+1,4%), sia a quello nazionale (1,3%). Nella distribuzione per settore, osserviamo che i servizi rappresentano, con 3.034 milioni di euro, il 74,6% del totale, per un peso che risulta mediamente superiore sia al dato regionale che a quello nazionale. Invece l’industria nel suo complesso, con un valore di 984 milioni di euro, mostra un’incidenza del 24,2%, inferiore in ogni modo al dato della Toscana ma superiore a quello dell’Italia. Un aumento sensibile nel valore aggiunto è riscontrabile nel settore dell’agricoltura, passato dai 46 milioni di euro a 50. Inoltre ricordiamo che il valore aggiunto per abitante è stato pari a euro 20.735, posizionando la provincia nella graduatoria nazionale al 68° posto, confermando la posizione del 2014 e aumentando di due posizioni rispetto al 2013.

Export ancora da record. I risultati straordinari ottenuti negli ultimi anni non sono stati confermati nel 2015, dove, all’opposto, la Provincia apuana ha ottenuto una variazione negativa del -9% su base annua, pari a meno 203 milioni di euro in un solo anno, che hanno portato il totale delle vendite a poco più di 2 miliardi di euro. Allo stesso tempo la regione Toscana ha registrato nel complesso una variazione positiva del +3,2%, e l’Italia una variazione altrettanto favorevole pari al +3,8. Il risultato locale è comunque attribuibile ad effetti contabili più che a risultati negativi aziendali, difatti il Nuovo Pignone, la più importante azienda del territorio, per quanto concerne le vendite all’estero di macchinari, lavorando su grandi commesse, deve contabilizzare le proprie vendite in determinati periodi e questo può causare forti oscillazioni da un trimestre all’altro; proprio queste variazioni, che si accentuano in certi periodi, vengono successivamente riequilibrate e possono determinare risultati come quello dell’ultimo anno. Ad eccezione delle oscillazioni contabili sopra descritte le vendite apuane, senza la componente dei macchinari, mostrerebbero comunque un dato sostanzialmente stabile nel 2015. Anche l’import della provincia di Massa-Carrara pari a 423 milioni di euro è diminuito del -11,8% nell’ultimo anno, allo stesso tempo la regione Toscana ha ottenuto un +5,2% e l’Italia un +3,3%.

Mercato del lavoro. A fine 2015 le forze lavoro in provincia di Massa-Carrara sono state 87.430, un risultato inferiore di ben 1.941 unità rispetto al 2014, per una variazione negativa del -2,2%. Il fenomeno trova conferma anche nell’andamento del tasso di inattività, che è risultato pari al 31,2%, in ascesa di 1,2 punti percentuale rispetto al 2014. A consuntivo 2015 gli occupati provinciali sono stati 76.631, in aumento di 1.890 unità rispetto all’anno 2014, una crescita del +2,5%, che è divenuta del +2,8% per la componente femminile e del +2,3% per quella maschile. Risultati positivi provengono dalle persone in cerca di occupazione che sono in forte diminuzione, meno 3.831 unità, per arrivare ad una quota di 10.799, in calo del -26,2% rispetto all’anno precedente. Per correttezza statistica dobbiamo anche segnalare che la diminuzione dei 3.831 persone disoccupate è frutto, da un alto dell’aumento degli occupati, come abbiamo visto in crescita, ma pure della diminuzione delle forze lavoro, che non può comunque essere valutata favorevolmente. Di conseguenza è sceso a fine 2015 al 12,4%, in calo di ben 4,2 punti percentualerispetto all’anno prima. Il tasso di disoccupazione apuano è ancora superiore sia al dato medio della Toscana (9,2%), sia a quello medio dell’Italia (11,9%) e nella graduatoria nazionale si pone in 67esima posizione; non risulta nessuna Provincia geograficamente a nord di Massa-Carrara che abbia un tasso di disoccupazione peggiore. Il tasso di disoccupazione giovanile, 15-29 anni, è risultato pari al 32,9%, in calo di ben 17 punti rispetto all’anno precedente, ma ancora lontano dal 13,4% del 2007 ed anche dal dato medio regionale (23%) e da quello nazionale (29,9%).

Più credito per famiglie ed imprese. Ritorna in positivo il credito alle imprese e famiglie. I prestiti complessivi sono aumentati del +1,7% (nel 2014 -0,6%), con un miglioramento anche sulle imprese (+1,5% dal -0,6% del 2014), dovuto alla ripresa dei prestiti alle medio grandi attività e all’estrazione. In negativo, invece, ancora quelli concessi alle piccole imprese, all’edilizia e ai servizi. In grande ascesa anche i finanziamenti agli investimenti produttivi (+24,9%), ritornano in positivo anche i mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (+1,3%). A livello di sofferenze, il sistema evolve verso un miglioramento della qualità del credito, che è tornato su livelli più fisiologici e tra i migliori della Toscana, con un tasso di decadimento che scende al 2,4% (rispetto al 3,7% del 2014). In flessione anche il costo del denaro applicato alle imprese sui prestiti a breve che si ferma al 7,0% (dal 7,5% dell’anno precedente), ma resta ancora troppo elevato rispetto alla media toscana (5,7%): in particolare tale saggio appare ingiustificato sulle operazioni a revoca dove continua a sfiorare il 10%, a due punti dalla media toscana, e ad un livello addirittura superiore a quello medio applicato alle imprese del meridione.

Risorge la nautica. Nel settore industriale si registra un rallentamento della caduta, ma le attese di inizio anno sembravano decretare un’inversione di rotta che in realtà anche nel 2015 non è arrivata. La produzione si è contratta del -0,8%, anche le medio-grandi industrie hanno un po’ sofferto, ma la vera novità è che ritornata in positivo la nautica da diporto dopo molti anni di forte congiuntura negativa (produzione +6,7%). Si registra, inoltre, una tenuta della metalmeccanica che non cessa di continuare ad investire (spesa per investimenti +19,4%), ed un calo della produzione della trasformazione lapidea (-1,4%), nonostante i buoni esiti delle esportazioni. Negli ultimi cinque anni il settore ha perso nel suo complesso circa 120 attività (-4%), sempre meno comunque della media regionale (-4,5%) e nazionale (-6,5%), e dal 2007 i livelli produttivi hanno perso il -34%, quelli occupazionali il -9%. L’industria continua a mantenere un ruolo rilevante nel contesto locale: Massa-Carrara è al 18esimo posto in Italia per tasso di industrializzazione, con 12,5 imprese ogni 100 totali.

Marmo. Sull’estrazione al monte si stima una sostanziale stazionarietà rispetto ai valori dell’anno precedente, mentre la trasformazione accusa una leggera perdita sulla produzione, nonostante i buoni andamenti all’estero. Il distretto apuo-versiliese, nell’insieme delle diverse componenti lapidee, è passato da 670 milioni di vendite all’estero nell’anno 2014 a 735 milioni a consuntivo 2015; la variazione distrettuale è stato nell’ultimo anno del +9,6%, in valore assoluto 64 milioni di euro. In specifico la provincia di Massa-Carrara ha esportato circa 538 milioni di euro, per un incremento in valore assoluto di 41 milioni di euro nell’ultimo anno, ed ha determinato il 65% dell’aumento dell’intero distretto apuo-versiliese. Il marmo e granito lavorato, la componente di maggiore rilevanza del settore lapideo, rappresentando circa il 73% del totale in valore delle esportazioni complessive, ha registrato rispetto al 2014, e in continuità con quanto si era già osservato nei consuntivi precedenti, un incremento di 28 milioni che tradotto in variazione percentuali significa un +8,4% rispetto al 2014. La componente lapidea dei lavorati ha rappresentato il 17,8% dell’export di Massa-Carrara. La restante parte lapidea corrispondente a materiale grezzo, ha ottenuto nel 2015 un aumento molto significativo perché ha prodotto, come in tutti gli ultimi anni, una importante ascesa, in valore assoluto di 13 milioni di euro,  in percentuale del +8%, per toccare  i 171 milioni di euro di materiale venduto a consuntivo annuale.

Edilizia: crisi senza fine. Assieme al commercio è forse il settore più critico da alcuni anni a questa parte. Il fatturato nel 2015 è diminuito in ambito provinciale del -3,4% e l’occupazione del -1,4%. Praticamentefermo è il mercato delle nuove costruzioni, tanto che le imprese del comparto denunciano un calo del fatturato del -16% e i finanziamenti bancari concessi a tale fine si riducono su base annua del -17,6%. Tiene soltanto l’impiantistica (fatturato -0,6%). Negli ultimi cinque anni il settore ha perso complessivamente il 10% delle imprese e il 25% della forza lavoro (-2 mila addetti). Malgrado ciò, le attese per il 2016 sono moderatamente positive: le imprese si attendono una ripresa delle ristrutturazioni e di piccoli lavori edili, dato un miglioramento del mercato immobiliare, e dovrebbe riprendere anche l’edilizia scolastica. In più, a livello territoriale, ci si aspetta lo sblocco del piano regolare di Massa e del piano operativo di Carrara per mettere la parola fine al congelamento di queste attività.

Commercio. Il 2015 sarà archiviato come un altro anno difficile per il commercio locale che perde il -4,8% del fatturato dell’anno precedente. Tutti i settori sono critici, compreso l’alimentare (fatturato -4,3%) e la medio-grande distribuzione (fatturato -2,3%). Oggi sembrano reggere solo gli hard discount, le marche private delle grandi catene distributive e il commercio on line, sul quale le nostre imprese mostrano ancora vistosi ritardi. Si sta ponendo, da un lato, un serio problema di tenuta strutturale della rete distributiva fissa che, negli ultimi cinque anni, si è ridotta di quasi il -6%, perdendo 170 attività, ma, dall’altro, emerge anche un problema di composizione, data una prevalenza smisurata delle attività commercializzanti prodotti di moda rispetto a tutti gli altri centri commerciali della Toscana (1 su 3 opera in questo comparto. Un vero e proprio primato nazionale). Esplode nell’ultimo quinquennio l’ambulantato (+320 imprese, +29% sul 2010), anche per l’emersione di attività straniere, ma anche questo comparto risente della crisi dei consumi (fatturato -9,9%).

Artigianato in difficoltà. E’ un saldo negativo quello dell’artigianato. Nella provincia di Massa-Carrara sono presenti, alla data del 31 dicembre 2015, 7.089 imprenditori artigiani attivi, erano 7.325 a fine 2014, con un calo di circa 236 unità; se la comparazione si allarga all’ultimo quinquennio, ovvero dal 2010, la differenza sale a 693 persone. La rilevanza occupazionale che il settore artigiano produce è significativa per il complesso del sistema imprenditoriale locale che, pari a 56.552 addetti, vede la presenza di circa 11.894 addetti dell’artigianato, per un peso del settore del 21% sul totale dell’occupazione del sistema delle imprese, un valore ancor più importante se comparato con il peso dell’artigianato toscano e italiano, rispettivamente del 20,2% e del 14,5%. Nel 2015, secondo l’opinione degli imprenditori, il fatturato è aumentato per il 10,2% nelle imprese del manifatturiero e per il 17% in quelle dei servizi, è invece rimasto stabile per la quota maggioritaria, rispettivamente 54,2% per il manifatturiero e 57,7% nei servizi. Hanno invece declinato le proprie risposte verso andamenti negativi nell’anno 2015 il 35,6% degli imprenditori del manifatturiero ed il 30,8% dei servizi. In sostanza il saldo tra le risposte relative agli aumenti ed alle perdite di fatturato ha mostrato un dato negativo, attenuato notevolmente nella componente dei servizi.

Porto: banchine in affanno. Il totale della movimentazione è risultato nell’ultimo anno, il 2015, il peggior da molto tempo ad oggi, con una perdita in termini percentuali del -16,1% rispetto al già negativissimo 2014. Nella distinzione tra le merci imbarcate e quelle sbarcate osserviamo che nel primo caso la quota totale pari a tonnellate 833.343, che ha rappresentato il 60% del totale della movimentazione, ha ottenuto una diminuzione, nel raffronto con l’anno precedente, del -19%, in valore assoluto 204mila tonnellate in meno. Dal lato degli sbarchi, che incidono per il restante 40% sul totale della movimentazione portuale, la diminuzione registrata a fine 2015 è stata meno pesante, per un -10,3%, che ha corrisposto in valore assoluto a circa 65mila tonnellate. Nello specifico possiamo mostrare che la movimentazione riguardante i prodotti lapidei, il settore nonostante tutto ancora strategicamente più significante, ottiene nell’ultimo anno un forte ridimensionamento, perdendo il -26,7 agli imbarchi, in valore assoluto circa 60mila tonnellate in meno, un consuntivo più che negativo dopo una variazione del +4,4% nel 2014 rispetto al 2013. Nonostante le difficoltà dei traffici proprio nei giorni di stesura del presente Rapporto è iniziata l’attività della nuova società genovese, il Gruppo Grendi, che dovrebbe operare a pieno ritmo a partire da giugno e il volume di traffico per il 2016, secondo stime, sarà di circa 700.000 tonnellate.

Turismo in equilibrio. Nel 2015 il bilancio turistico, comprensivo anche del sommerso e delle case per vacanza, segna un sostanziale equilibrio rispetto all’anno precedente. Sulle strutture ricettive è da segnalare un aumento delle presenze del +0,7%, sostenuto dagli alberghi di fascia più elevata (4 stelle +10%, 3 stelle +2,4%) e dai Bed & Breakfast (+13,3%). Tengono anche i campeggi (+1,4%), in leggero calo gli agriturismi (-0,8%). Continuano a diminuire gli stranieri (-1,3%) ed in particolare i tedeschi (-16%). Ad attenuare questo bilancio positivo hanno contribuito le diminuzioni delle presenze nelle seconde case (-0,3%), La stagione del turismo nel suo complesso si chiude nel 2015 con un leggero incremento della spesa (+0,4%). Malgrado i dati leggermente positivi degli ultimi 12 mesi, resta aperta la questione turistica in tutta la sua complessità: dal 2000 la provincia ha perduto 2,6 milioni di presenze annue, ovvero 3 turisti su 10, di cui l’85% determinato dal calo nelle case per vacanza. Evidenti sono stati gli effetti sull’economia locale, con un riduzione della spesa turistica del -16% (oltre 40 milioni di euro) nell’ultimo lustro.

Agricoltura. Dopo anni di valori negativi si inverte il trend imprenditoriale agricolo, nel corso dell’ultimo periodo le iscrizioni di nuove aziende sono state 80, a fronte di 67 cessazioni, ed hanno prodotto un saldo positivo di 13 unità. Nel corso del 2015 l’insieme dei prodotti agricoli e dell’industria alimentare ha ottenuto dalle importazioni una cifra in valore di 17 milioni di euro, in deciso aumento rispetto all’anno 2014, in valore assoluto 2,3 milioni di euro in più. Le esportazioni hanno invece subito un lieve ridimensionamento del loro valore, perdendo circa 56mila euro, per assestarsi ad un totale di prodotti esportati pari a 1,3 milioni di euro. Buoni gli andamenti nell’ultima stagione del vino ed anche dell’olio, quest’ultimo in ripresa dopo il disastroso 2014. Anche per il castagno è stato l’anno della svolta, l’introduzione dell’antagonista naturale del cinipide galligeno, ha dato ottimi risultati. In tal senso va letto anche il recupero della produzione della Farina della Lunigiana Dop e del Miele di Castagno Dop della Lunigiana. Importanti i contributi erogati ai giovani dal Piano di Sviluppo Rurale della regione Toscana: questa misura ha visto la presentazione da parte del territorio apuano di circa 93 progetti, di cui 64 sono stati finanziati, per un totale di quasi 10 milioni di euro di contributi.