Velate intimidazioni ad un Procuratore, pressioni sulla Magistratura, intromissioni nel lavoro giudiziario, eppure stiamo parlando di quattro partiti di sinistra, il Pd, il Psi, Sel e i Repubblicani, bersaglio dell’ira del Procuratore capo di Massa Carrara Aldo Giubilaro. <Se cercate di intimidirmi-dice il Procuratore, dopo aver chiamato tutti nel suo ufficio- avete sbagliato indirizzo. Chiedete scusa per le vostre gravissime affermazioni  >                                                                                                Tutto nasce da un documento firmato dai rispettivi segretari comunali dei partiti di Carrara, con cui sono stati politicamente e incautamente commentati gli ultimi avvisi di garanzia, inviati dalla Procura apuana alla giunta carrarese, per questioni di affidamenti e appalti pubblici. Avvisi di garanzia che non sono stati i primi: da quando il procuratore Giubilaro ha messo piede in provincia, l’amministrazione del comune di Carrara è stata spesso nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sulla tassa marmi, ad esempio, troppo bassa, rispetto al prezzo di mercato dei blocchi, da far pensare ad un accordo tra industriali e politici; quella sul nero alle cave, o  sul crollo dell’argine del fiume Carrione durante l’alluvione del 2015, o quella sulle “assunzioni allegre” all’interno di alcune partecipate del comune che, anche se non le hanno viste direttamente coinvolte in provvedimenti giudiziari, le hanno sommerse di accuse e polemiche.  Tutti casi che hanno portato la città all’esasperazione, con consigli comunali infuocati, spesso sospesi per motivi di ordine pubblico, aggressioni al primo cittadino, occupazioni e manifestazioni. In questo clima già caldo, secondo  Pd, Sel, Psi e Repubblicani, “sbandierare” nuovi avvisi di garanzia a tutta la giunta comunale, per l’affidamento, forse improprio, di uno stabilimento balneare pubblico, avrebbe contribuito ad infiammare gli animi. Per questo i quattro hanno sottoscritto un documento, dato poi in pasto alla stampa, in cui parlano di una amministrazione che subisce “ attacchi mediatici” e di  “responsabilità che, fino a prova contraria, devono essere dimostrate nelle sedi opportune”;  chiedono “rispetto dei ruoli e delle istituzioni”, “lasciando il compito di amministrare a chi è stato democraticamente eletto” e ai cittadini di scegliere la coalizione futura alle prossime elezioni “liberamente e senza alcuna ingerenza“. Richiamati all’ordine, in quello che è stato un inconsueto “processo” in ufficio, il Procuratore Giubilaro ha tuonato: <Documento infelice,  pessimo nel metodo e nel merito, gravissimo, se vuole essere una forma di intimidazione nei miei confronti; non passo per colui che strumentalizza politicamente le inchieste e non mi faccio impressionare da quattro segretari di partito; sono stato minacciato di morte, ho viaggiato con la scorta per anni, senza retrocedere mai di un passo. Chiedete scusa per le cose che avete scritto>.  Scuse, però, non ne sono arrivate: l’incontro si è concluso con le rassicurazioni dei partiti coinvolti nel caso: < il Procuratore ha mal interpretato il nostro documento- hanno detto-;  mai abbiamo inteso voler mettere in discussione l’autonomia della Magistratura; il senso della nostra uscita era riportare il dibattito su un confronto costruttivo, per evitare che agli occhi della cittadinanza gli avvisi di garanzia si trasformino in sentenze di condanna prima del tempo>.