In merito alle considerazioni espresse dal Movimento Cinque Stelle in relazione al Regolamento urbanistico, riteniamo utile una precisazione, senza entrare nel merito dell’insieme delle osservazioni proposte che saranno oggetto di discussione in altre sede. E’ totalmente priva di fondamento l’affermazione secondo cui con il Regolamento Urbanistico si da il via libera a discariche private. Lo strumento di pianificazione per l’individuazione dei siti per discariche è infatti il “Piano regionale gestione rifiuti e bonifica dei siti inquinati”, che il Consiglio regionale ha approvato con propria deliberazione n. 94 del 18 novembre 2014. Nell’Allegato di Piano – 4 – Criteri localizzativi di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti (lett. e) articolo 9, comma 1, della l.r. 25/1998), al paragrafo 2 sono definiti i criteri di localizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti e in particolare al paragrafo  2.3 “Discariche” il Piano definisce i criteri localizzativi delle discariche. Oltre all’esistenza di criteri ben definiti sulla base di questo strumento regionale esiste poi un complesso iter autorizzativo sancito dal D.Lgs. n.152/2006 art. 208. Il procedimento è attivato su istanza di parte: il soggetto che intende realizzare e gestire nuovi impianti di smaltimento o di recupero dei rifiuti deve presentare apposita domanda alla Regione Toscana attraverso il SUAP competente per territorio, allegando il progetto definitivo dell’impianto e la documentazione tecnica prevista per la realizzazione del progetto stesso dalle disposizioni vigenti in materia di urbanistica, di tutela ambientale, di salute e di sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica. Se l’impianto è soggetto alla valutazione di impatto ambientale, alla domanda è altresì allegata la comunicazione del progetto all’autorità competente a tale valutazione. La procedura prevista dall’art. 208 si applica anche per la realizzazione di varianti sostanziali in corso d’opera o di esercizio che comportino modifiche a seguito delle quali gli impianti non sono più conformi all’autorizzazione rilasciata. degli enti locali sul cui territorio è realizzato l’impianto. E’ dunque davvero impossibile quanto dichiarato dal Movimento Cinque Stelle secondo cui “se un privato proponesse la costruzione di una discarica, il Comune dovrebbe accettarla e nessuno saprebbe dove, come e quando” visto che si tratta di una materia dettagliatamente regolata da una pianificazione regionale e che passa al vaglio degli Enti locali. Nello specifico del Regolamento Urbanistico bisogna chiarire anche che sono comunque indicate solo le discariche esistenti e non ci sono discariche di progetto. L’Art.143 per quanto riguarda gli interventi possibili, rimanda infatti all’Art 141 dove non sono indicate le Discariche. Quindi il RU non prevede nuovi interventi. Per le discariche esistenti invece il RU prevede  una apposita disciplina all’Art. 152, che obbliga alla messa in sicurezza ambientale o alla rimessa in pristino delle condizioni originarie e vieta comunque qualsiasi nuovo intervento. Inoltre il RU, grazie a un emendamento presentato in Consiglio e accolto alla unanimità, si preoccupa di garantire (Art. 152,  comma 3) opportune verifiche sullo stato di qualità ambientale  dei suoli e delle falde prima di autorizzare  qualsiasi tipo di  intervento da effettuare sugli edifici eventualmente esistenti. Occorre aggiungere, infine, per onore di verità, che i siti in cui sono collocati servizi tecnologici sono una quindicina e si tratta in larghissima prevalenza di infrastrutture pubbliche già esistenti (acquedotti, depuratori e reti). Dunque è priva di fondamento anche la dichiarazione, fatta sempre dal Movimento Cinque Stelle, secondo cui sarebbero “centinaia” i siti dedicati ai “servizi tecnologici”!

 

Massa, 10 dicembre 2015                                                                 L’ Amministrazione comunale