Troppo cemento (e asfalto) nel Regolamento urbanistico? Vista dal punto dell’amministrazione, le cose sono ben diverse. Le nuove norme danno una gran bella sforbiciata alle previsioni edificatorie. E l’esempio più lampante è Riva dei Ronchi: il maxi albergo osteggiato dagli ambientalisti non si farà, cancellato, eliminato. È Giovanni Rutili, assessore al Bilancio a offrire questo punto di vista. In posizione defilata rispetto ai problemi urbanistici – lui si occupa di fare quadrare i conti di palazzo civico – ma politicamente coinvolto appieno nella battaglia sull’urbanistica, Rutili affida a Facebook le sue riflessioni, partendo proporio dalla questione “cementificazione”.

«Il regolamento urbanistico segue e attua il piano strutturale. Un piano che prevedeva 240.000 mq di superficie utile lorda per il nuovo Regolamento. Il testo da noi approvato ha dato una pesante sforbiciata a quelle volumetrie (110.000 di cui 34.000 di recupero», Dunque: dov’è la cementificazione?

«Il principale obiettivo – prosegue – è stato mettere la città in sicurezza. Per cui le carte del rischio idraulico sono state decisive per definire le aree di intervento. In molti hanno fatto pressione sull’amministrazione perchè le carte di Settesoldi (tecnico che non è stato scelto da questa amminsitrazione) fossero ripudiate e si desse un nuovo incarico su misura. Se si sovrappongono le cartine, emerge che in anni anche recenti si è costruito dove oggi non sarà più possibile e dove molti pensavano invece di poter continuare a costruire». Quindi: no al cemento e sì alla sicurezza.

E ancora: «Tutte le previsioni di nuova edificazione e recupero sono finalizzate alla realizzazione degli standard di legge oggi mancanti (parcheggi, verde pubblico, aree per attrezzature di interesse comune ecc.) e urbanizzazioni, non potendo l’amministrazione comunale accollarsi l’onere delle opere. Qualche meccanismo può e deve essere migliorato. Ma il concetto di fondo è che non potrà succedere più che si realizzino mostruosità dove sono cresciute palazzine come funghi senza infrastrutture (marciapiedi, parcheggi etc) adeguati alle esigenze di una città normale».

Infine, la questione Riva dei Ronchi: «Anni fa insieme a tanti ambientalisti abbiamo raccolto firme contro Riva dei Ronchi, contro la cementificazione selvaggia, contro il rischio di un ecomostro da decine di migliaia di metri cubi che avrebbe stravolto la costa. Ebbene Riva dei Ronchi non si farà. Riva dei Ronchi non ci sarà.

Non è stata un’operazione facile. Tanto che in passato nessun amministratore aveva avallato questa prospettiva. Trovare tecnici più morbidi per addolcire le carte è un metodo che non ci appartiene. Ci dobbiamo ricordare delle calamità e delle alluvioni sia quando piove che quando c’è il sole. Questo politicamente significa mettere davanti a tutto l’interesse gnerale. Significa anche che qualche, legittimo, interesse particolare possa essere leso».

Rutili si chiude con un mea culpa ma anche con uno spunto polemico: «Certamente il percorso del 2013 non è stato sufficientemente capillare per i cittadini. E questa è una responsabilità dell’amministrazione. Però gli addetti ai lavori che avevano non solo il diritto ma anche il dovere di partecipare a quegli incontri oggi francamente paiono poco credibili quando si sorprendono di fronte a certe scelte. In conclusione,

questo Regolamento non è figlio delle lobby, è contro la cementificazione e mette la sicurezza e la vivibilità del territorio al centro. Vero, ci sono cose da migliorare. E il sindaco ha dato ampia disponibilità per intervenire alla luce del sole con le osservazioni»

 

il tirreno