IN 20 ANNI il Comune di Massa ha ricevuto 15.185 richieste di condono, la metà ancora da completare. Stando quindi ai dati previsti dal Piano Strutturale, che registra circa 60mila residenze su tutto il territorio comunale, almeno in un’abitazione su 4 sono state realizzate opere difformi da quanto previsto nel regolamento edilizio e dagli strumenti urbanistici in vigore fino al 2003, anno dell’ultima sanatoria prevista dal governo Berlusconi.

Siamo chiari: non significa che ci sono 15.185 case completamente abusive. Significa soltanto che in queste abitazioni è stata realizzata almeno un’opera difforme da quanto previsto: sopraelevamenti, frazionamenti non consentiti, magari qualche terrazza non prevista e via dicendo. Opere per le quali poi i proprietari hanno presentato una pratica al Comune per sanare l’abuso, quando la legge lo ha consentito: quindi con il condono edilizio del 1985 (governo Craxi), del 1995 (governo Dini) e 2003 (governo Berlusconi).

Oltre la metà di queste richieste è stata via via accolta da palazzo civico, molte sono state portate a termine ma molte altre ancora sono rimaste «quiescenti» in attesa magari di integrazioni documentali da parte dei richiedenti che spesso vengono completate soltanto all’atto della vendita, quando allora si trovano, e in fretta, i fondi necessari per pagare tutti gli oneri concessori previsti dal condono per l’obera abusiva da sanare.

E’ un dato comunque che deve far riflettere su come e quanto sia stato costruito in 30 anni in difformità alle leggi. E devono far riflettere i numeri soprattutto se distribuiti per fasce (e strade) del territorio: ci sono zone dove, in pratica, si conta un abuso almeno ogni 20 metri. Un elenco davvero lunghissimo ma ci fermeremo ai primi 40 che bastano, con una minima conoscenza del territorio, della misura del fenomeno che, inutile nasconderlo, ha creato e crea problemi alla messa in sicurezza del territorio sotto il profilo del rischio idrogeologico.

Senza contare che poi sono proprio le stesse strade dove più spesso si sollevano problemi per l’assenza di parcheggi o marciapiedi. Persino i tecnici del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, d’altronde, si sono recentemente lamentati dei ritardi causati dalle opere abusive che hanno trovato lungo i corsi dei fiumi sui quali si trovavano ad operare.

Di seguito l’elenco delle prime 40 strade per numero di condoni presentati (fra parentesi il numero complessivo dei condoni richiesti): via Stradella (349); via delle Pinete (343); viale Roma (276); via San Leonardo (221); via Pandolfino (200); via Aurelia Ovest (189); via Romana (184); via Castagnara (173); via Marina Vecchia (173); via Puliche (171); via dei Colli (159); viale della Repubblica (144); via Quercioli (137); via Romagnano (126); via Massa Avenza (125); via San Giuseppe Vecchio (119); via Partaccia (117); via Aurelia Sud (115); via Silcia (105); via Baracchini (103); via Pietrasanta (99); via Poveromo (99); via Ricortola (99); via dei Loghi (96); via Pradaccio (93); via Salvetti (90); via Foce (89); via Arezzo (88); via Bondano (88); via Alteta (86); via Bozzone (83); Villaggio Apuano (83); via Chiesina del Casone (79); via Garosi (75); viale Stazione (74); Lungomare di Levante (73); San Lorenzo (73). Ed è solo un terzo degli abusi totali.

 

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