Interviene direttamente l’Amministrazione Comunale per cercare di riportare nei giusti termini la discussione in merito agli “odori nauseabondi alla Renella” dal momento che articoli di stampa e ripetuti interventi sui social network stanno alimentando una polemica con cui si insinua il dubbio che questo fenomeno nasconda, in realtà, episodi di inquinamento ambientale che volutamente vengono taciuti.

L’Amministrazione comunale è consapevole della problematica, tant’è che diversi anni or sono demandò ad ARPAT, in quanto soggetto istituzionale, lo studio delle acque del Lago e del fenomeno degli odori che regolarmente si presentava nella stagione estiva.

E’ bene ricordare, soprattutto a quanti sostengono che questi odori in passato non erano mai stati avvertiti, che già il 31 luglio 1999 -dunque molto prima della realizzazione del polo produttivo in località CO.IM.PRE e della riclassificazione della discarica di Cava Fornace- sulla cronaca locale (Il Tirreno) la questione era stata oggetto di un articolo nel quale gli odori venivano attribuiti ad un allevamento situato nelle vicinanze del lago.

Dunque la problematica non è nuova e ad oggi l’Amministrazione non ha motivo di ritenere errate le spiegazioni scientifiche presentate dai tecnici ARPAT che attribuiscono la formazione degli odori ai fenomeni naturali di degradazione delle sostanze all’interno dell’alveo lacustre, fenomeni accentuati dal fatto che le sorgenti del Lago sono ricchissime di solfati. Di questi miasmi si parla addirittura nelle “Memorie storiche di Montignoso” di Giovanni Sforza:  riferendosi dell’ingresso del mare nel Lago che portava al mescolamento delle acque dolci con le marine, Sforza così scriveva: “Il miscuglio che ne veniva, facendo perire gli animali e distruggendo le piante  che crescevano fra que’ pantani, rendeva più dannoso e terribile il corrompimento dell’aria”. E parlava poi di “esalazioni pestilenziali” arrecate dalle paludi.

Storicamente, prima della scoperta della zanzare Anofele, i miasmi delle paludi sono stati ritenuti i responsabili della malaria, letteralmente mal aria ossia aria cattiva.

 

 

 

Ai documenti ufficiali possiamo aggiungere anche la voce di molti anziani residenti della zona, tra tutti Giuseppe Del Giudice (conosciuto in paese come “Ferracan”), che può essere ritenuto una memoria storica vivente del territorio, residente dalla nascita nella zona del lago di Porta, il quale testimonia l’esistenza di questi miasmi provenienti dal Lago da sempre.

Analoga posizione è stata assunta da Gianluca Giannelli, responsabile locale del WWF, che conferma l’origine naturale di questi odori.

Comunque, per fugare ogni dubbio e chiarire definitivamente la questione, l’Amministrazione ha già dato mandato ad ARPAT di effettuare dei controlli extra istituzionali, consistenti in analisi periodiche delle acque e sedimenti al fine di evidenziare se via siano scarichi o problematiche legate all’attività della discarica Cava Fornace.