Tutto pronto in oncologia per accogliere Vauro: poltrone rosse ed una bella mostra fotografica sulla Russia che fu appesa alle pareti. “In omaggio al tuo comunismo”, ha scherzato il primario Maurizio Cantore. E di comunisti c’era anche Marco Vittore, il Presidente del Consiglio Comunale di Pistoia ricoverato in reparto e vecchio amico di Vauro che non vedeva ormai da 18 anni. Una lunga chiacchierata con i pazienti, i medici e gli infermieri presenti perché, ha tenuto ha sottolineare il vignettista pistoiese, “non accetto molti inviti, ma questo non volevo perdermelo, perché al contrario di molti altri ha un senso”. E Vauro ricorda la sua grande collaborazione con Emergency e gli ospedali che la Ong gestisce in zone di guerra, quella guerra che, come la povertà e la malattia, permette di comprendere il mondo, grazie allo sviluppo di un terzo occhio in grado di far diventare anche il consumatore occidentale un cittadino. E un diritto non è più tale quando non viene condiviso da tutti, allora si fa privilegio. È quello che accade nel mondo e quello di cui gli Italiani dovrebbero essere coscienti secondo Vauro, “non certo per rinunciarvi ma per combattere per il suo mantenimento e coltivare una coscienza critica che li faccia guardare oltre il proprio naso, riflettere sul mondo che li circonda ed esprimere quello sdegno per l’ingiustizia che è il sale della satira”. Sì, perché la satira dovrebbe servire proprio a questo, a risvegliare coscienze troppo spesso assopite, a non separare l’intelletto dalle emozioni. I media, da parte loro avrebbero il compito secondo il vignettista di sollevare quel velo di omertà che oscura le guerre.