Sembra non aver una fine il giro di appalti al carcere di Massa, anzi si tinge sempre più di giallo e fa partire un’altra inchiesta parallela. Quella che dovrebbe stanare la talpa, molto probabilmente interna alla procura della repubblica, che avrebbe passato le informazioni durante l’indagine preliminare agli indagati, in particolare all’ex direttore del carcere Salvatore Iodice. “Quando ha ricevuto la notizia, le investigazioni si trovavano in fase embrionale”, recita l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Giuseppe Laghezza. Il procedimento penale per aver rivelato segreti d’ufficio è aperto contro ignoti ed è segnalato alla conclusione del lungo fascicolo quando si fa riferimento agli arresti per 8 persone e i domiciliari per il nono indagato e all’inquinamento delle prove. La talpa avrebbe passato tutte le informazioni necessarie a Iodice che, in attesa di attesa di essere ascoltato dal pm Rossella Soffio, sembrerebbe fosse a conoscenza già nel novembre 2009 del procedimento penale per abuso d’ufficio relativo ad una ditta favorita nell’attribuzione delle commesse all’interno del carcere massese. E intanto, visto quest’ultimo caso di appaltopoli che ha creato scompiglio a Massa, ma anche nelle città toscane in cui risiedevano gli altri arrestati, i prefetti della regione hanno messo a punto il piano attuativo della direttiva del ministro Maroni sui controlli contro le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, anche al di sotto le soglie fissata dalla legge a circa 5 milioni per gli appalti e 200 mila euro per le forniture.