Ho appreso nella giornata di ieri che il Presidente del CdA di Casa Ascoli Giancarlo Casotti, ha firmato il comunicato di avvio della procedura ex art. 33 del D.Lgs . 165 /2001 riguardante una “ipotetica” eccedenza di personale che interessa sei dipendenti diretti su otto .
Potremmo dire che la tragedia continua attraverso la realizzazione di un fantomatico Piano Industriale mai adottato ufficialmente dal Consiglio Comunale di Massa, anzi, nella comunicazione di Casotti emerge su questa decisione ormai assunta, “ l’informalità “ degli accordi intercorsi tra le parte interessate e il Sindaco di Massa, quindi , l’esclusione assoluta dei Consiglieri Comunali , quasi si trattasse di una questione privata anzichè di interesse pubblico.
Oggi, dopo varie peripezie siamo arrivati al dunque con la quasi totale esternalizzazione delle attività, tranne quella amministrativa, infatti, tra tutti, solo due dipendenti sono stati salvati dal martirio e non se ne comprende il motivo, poichè le loro mansioni sono ormai state affidate a società esterne, come l’elaborazione delle buste paga eseguita da uno studio privato e le varie attività materiali anche di manutenzione, alle quali provvede esclusivamente la Coop. La Salute.
Quindi, rimaranno all’interno di Casa Ascoli la Responsabile Amministrativa con l’aiuto di una dipendente delle cooperative e il guardarobiere, una decisione che evidenzia una certa imparzialità rispetto agli altri dipendenti che rischiano seriamente di rimanere a casa disoccupati ( Basta pensare che alcuni di loro sono vicini alla pensione ).
Infatti, l’alternativa dichiarata dal Presidente Casotti di ricollocare i lavoratori in Pubbliche Amministrazioni e società partecipate e/o pubbliche, non è facilmente percorribile, poichè risulta che le aziende pubbliche che operano sul nostro territorio non sono attualmente nelle condizioni di poter assumere altri dipendenti.
Viene spontaneo chiedere perchè a fronte di una situazione economica fallimentare e con un debito che supera i 3.000.000 di euro , si è deciso di tagliare dipendenti storici della RSA che alla fine nel 2023 ci sono costati euro 233.471.00, salvandone,peraltro, due apparentemente senza validi motivi. Come si dice nel parlare corrente :
O tutti o Nessuno !!!
Alla fine , dopo gli aumenti dei debiti e l’aggravamento della situazione economica e a fronte di costosi sperperi di denaro pubblico, infarciti di affidamenti esterni a studi legali e consulenti vari, senza dimenticare l’inutile acquisto di un centinaio di smartwatch per un valore pari a migliaia di euro, il Presidente Casotti a fronte di “ Informali incontri “, come lui stesso gli ha definiti, ha deciso, di mandare a casa i dipendenti. Stop. Non c’è più nulla da dire se non evidenziare anche il fallimento delle trattative avviate con le banche.
Credo che a questo punto, serva un atto di dignità da parte del Presidente del CdA, rassegnando le proprie dimissioni o in alternativa la sua rimozione da parte del Sindaco di Massa, che rivestendo un ruolo pubblico strategico rispetto alla situazione aziendale di Casa Ascoli, in caso di fallimento o chiusura della struttura, sarà chiamato alle proprie responsabilità.
Ora, si capisce anche il motivo per il quale è stata volutamente decretata la discussione in Consiglio Comunale, liquidando la questione di Casa Ascoli come privata.
STEFANO BENEDETTI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE
MASSA CITTÀ NOVA