La scoperta di un dispositivo di sentenza già redatto prima della discussione del processo ha scatenato polemiche e imbarazzo nel tribunale di Firenze.
La sentenza preconfezionata, che condannava l’imputato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, è stata trovata nel fascicolo del dibattimento che il difensore stava consultando prima dell’inizio dell’ultima udienza.
L’avvocato dell’imputato ha presentato un’istanza di ricusazione alla corte d’appello dopo aver scoperto il documento.
Uno scivolone – se non qualcosa di peggio – in cui sono incappati tre giudici della seconda sezione penale del distretto fiorentino. In seguito alla scoperta, l’avvocato dell’imputato ha presentato istanza di ricusazione alla corte d’appello. Ma prima, in aula, ci sono stati momenti di imbarazzo. Un botta e risposta tra il legale e i giudici: alla richiesta del difensore dell’imputato di un termine per ricusarli, i giudici hanno risposto che quel dispositivo (recante la data del 18 ottobre 2023, ovvero l’udienza precedente in cui si era andati troppo per le lunghe) era una bozza, che non era indicativa di alcuna decisione e che tale modalità spesso veniva utilizzata dal collegio il quale non era vincolato a tale bozza che poteva cambiare, anche, in una decisione di assoluzione.
Inizialmente, i giudici hanno risposto che il dispositivo era solo una bozza e che il collegio non era vincolato a quella versione, che poteva essere modificata, anche decidendo per l’assoluzione. Tuttavia, il dispositivo allegato all’istanza di ricusazione era completo, con tutti i dettagli dell’imputato e la pena già stabilita, incluso il periodo di sospensione della responsabilità genitoriale e l’interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
L’episodio ha suscitato preoccupazione e critiche da parte della Camera Penale di Firenze, che ha evidenziato come la decisione fosse stata presa senza ascoltare le conclusioni delle parti e che, quindi, queste ultime non avrebbero avuto alcun impatto sulla sentenza già predefinita
. La scoperta ha sollevato timori riguardo all’imparzialità e alla correttezza del processo.