
Riqualificazione delle periferie, messa in sicurezza della città, sistemazione del patrimonio pubblico funzionale alla normalizzazione della città. Sono queste le priorità che concretamente l’amministrazione persegue dal suo insediamento con progetti, richieste di fondi e stanziamenti diretti.
Riteniamo, infatti, che le risposte vadano date nei fatti e non con i proclami sui giornali. La politica degli annunci rischia di creare false aspettative e incrinare il già delicato rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
Ci riferiamo, senza alcun intento polemico ma per dovere di chiarezza, alle tante dichiarazioni sui giornali in merito ai fiumi di denaro che, auspicabilmente, arriveranno in città dal palazzetto, alle periferie urbane o agli interventi contro il rischio frane.
Partiamo da quest’ultimo. L’amministrazione nel settembre 2014 ha approvato (atto 317 del 29.09.14) un progetto da 2.2 milioni di euro per la messa in sicurezza dei versanti nelle zone, tra le altre, di Canevara, Antona, Casette, Casania e Redicesi. Da quel momento la giunta, sindaco in testa, ha chiesto ogni anno alla regione di inserire il progetto nel piano di difesa suolo regionale. L’ultima richiesta all’assessore Fratoni è dello scorso novembre. Apprendiamo quindi con piacere che l’onorevole Nardi annunci che ci saranno le risorse ma ricordiamo che con i giornali non si fa il bilancio e ad oggi, non ci sono comunicazioni ufficiali su tempi e modi del finanziamento di un intervento che sta a cuore a tanti cittadini massesi.
Stessa situazione per quanto riguarda il bando periferie. Il progetto, ci dicono, è finanziato ma la tempistica e le modalità con cui arriveranno i 14 milioni di euro per cambiare volto alle aree di Stazione, Quercioli e Poggi non è nota. E’ stato avviato il finanziamento dei primi 20 progetti rimandando ad un generico successivo momento la copertura degli altri e non individuando, ad oggi, in modo chiaro quali sono le fonti di finanziamento di questi progetti.
Per il palazzetto dello sport la politica degli annunci ha generato equivoci, anche in ex amministratori esperti, che hanno confuso la lettera di un ministro (politica) con un atto amministrativo e stanno già spendendo risorse che non si sa quando arriveranno.
L’apprezzabile nota del ministero, con cui si conferma la giusta decisione, politica, di finanziare il nostro bel progetto, non consente alcun accertamento a bilancio: la delibera del Cipe dal punto di vista formale è subordinata al controllo da parte di Ministero e Corte dei Conti, mentre dal punto di vista sostanziale non è dato sapere come il comune possa utilizzare quei soldi. Banalmente nonostante ripetuti, quotidiani, solleciti, non sappiamo se dobbiamo procedere con il cronoprogramma dei lavori indicato nella domanda o dobbiamo aspettare.
In sostanza dei 19 milioni di euro tra palazzetto, rischio frane e periferie che dovranno arrivare oggi, mentre stiamo lavorando sul bilancio di previsione, non si può inserire neanche 1 euro.
Non è nel nostro stile creare aspettative sugli annunci. Sul rischio idrogeologico, per dire, in attesa del finanziamento regionale abbiamo fatto interventi per 500.000 euro da Forno a Casette, da Bergiola alle Gorine. Così come per le periferie dove abbiamo effettuato alcuni interventi tramite di sistemazione parchi tramite bilancio partecipato. Così, soprattutto, come il palazzetto, per cui abbiamo stanziato i finanziamenti che ci hanno consentito di avviare l’iter di realizzazione.
Insomma senza voler citare Esopo e la storia della cicala e della formica, riteniamo che il tempo delle parole e degli annunci sia finito per lasciar spazio alla collaborazione ed alla concretezza.