Su mandato della Procura di Piacenza, che coordina le indagini, la Direzione investigativa antimafia di Genova, coadiuvata dalle articolazioni di Milano, Torino e Firenze, ha eseguito in diverse regioni dell’Italia centro-settentrionale 8 provvedimenti restrittivi e denunciato 14 persone in stato di libertà. Si tratta di soggetti tutti appartenenti a un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Contestualmente sono stati eseguiti sequestri preventivi per un valore stimato in oltre 150 milioni di euro.
Svuotavano le imprese in difficoltà economica, trasferendo i debiti all’estero in società bulgare create appositamente, e facendo sparire invece i beni aziendali in modo che i creditori non potessero utilizzarli per soddisfarsi. Il tutto alla luce del sole. Era un servizio “chiavi in mano” quello che secondo la Dia di Genova e la procura della Repubblica di Piacenza era stato messo in piedi da alcuni professionisti che sono stati arrestati nella notte nell’operazione condotta dalla Dia ligure tra La Spezia e Piacenza. Otto ordinanze cautelari e 14 denunce a piede libero, tra cui quella a due curatori fallimentari sospesi per sei mesi dall’esercizio della professione, appartenenti, a vario titolo, ad un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Inoltre sono stati eseguiti sequestri preventivi di numerose società e beni aziendali, conti correnti bancari, fabbricati, beni immobili e mobili registrati, tutti illecitamente accumulati – secondo gli inquirenti – situati nelle province di La Spezia, Massa Carrara, Milano, Piacenza, Prato, Lodi e Siena, per un valore stimato in oltre 150 milioni di euro, tutti riconducibili al gruppo industriale piacentino “Dorini” (nell’inchiesta sono coinvolti alcuni esponenti della famiglia), operante nel settore della vendita e assistenza post-vendita di veicoli commerciali Volvo, con ramificazioni in quello immobiliare. “Siamo arrivati in tempo prima che l’operazione di trasferimento all’estero venisse conclusa – affermano in procura a Piacenza – In questo casi, tra i creditori, c’era anche l’erario che rischiava di perdere un ingente credito verso la società in questione”.

Sono quattro gli spezzini arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Grecale ligure’ condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Genova. Vittorio Petricciola, 55enne commercialista; Pierpaolo Zambella, avvocato di 44 anni, legale civilista molto conosciuto in città. In manette anche Roberto Piras, 73enne pregiudicato che nel marzo scorso, dopo essere stato coinvolto assieme al re spezzino dei trasporti Riccardo Trusendi in un’analoga operazione della Dia legata al fallimento della Caorso Trasporti, ha patteggiato in primo grado una pena a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Infine, Giuseppe Fago, 54 anni, nome noto alle cronache per essere l’intestatario della Praha Invest, società di investimenti controllata dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta su Banca Etruria.

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