Finanziamenti per gli apicoltori “nomadi”. Si tratta complessivamente di 160 mila euro che verranno ripartiti fra 24 apicoltori che praticano “nomadismo e transumanza”. La graduatoria è già consultabile sul sito di ARTEA (l’agenzia toscana per le erogazioni in agricoltura) ed è riferita alla campagna 2015-2016 del Regolamento CE 1234/07.
Fra le condizioni necessarie per accedere al finanziamento c’è la denuncia alle ASL del numero di alveari di cui l’apicoltore è proprietario, come definito con la legge regionale 21 del 2009. La denuncia è anche necessaria per ampliare il plafond a disposizione delle varie Regioni, perchè è proprio in base al numero degli alveari così “censiti” che viene fatta la ripartizioni da parte del Ministero per le politiche agricole e forestali. “Agli apicoltori rivolgo un’esortazione – dice l’assessore all’agricoltura della Regione, Marco Remaschi – affinchè provvedano alla denuncia del numero di alveari, perchè più il dato è alto, più finanziamenti arriveranno e potremo assegnarli agli apicoltori.”
Per chi non sa come muoversi un consiglio. “Rivolgetevi per sostegno e consulenza tecnica alle associazioni apistiche o alle organizzazioni di categoria, che sono sempre presenti sul territorio”.
La pratica della transumanza è importante, non solo perchè si accresce la qualità del prodotto, ma anche la quantità e varietà di miele (millefiori, acacia, castagno, erba medica, erica, tiglio, girasole, sulla e melata i più diffusi) di polline, pappa reale e propoli. Prodotti apistici questi ultimi di cui si registra in Toscana una produzione interessante (per il polline si stima una produzione di circa 150 quintali nel 2015) soprattutto in Maremma e Lucchesia, con un’aspettativa di ulteriore crescita, pari al 20%, per il 2016 anche grazie all’aumento di interesse per questa attività da parte dei giovani e sopratutto delle donne. La Regione è da anni impegnata a sostenere gli apicoltori e le associazioni rappresentative anche sul fronte della lotta alle malattie (varroa), le pandemie (Vespa velutina e Aethina tumida) e contro l’uso indiscriminato di fitofarmaci e lotta all’inquinamento, oltre al sost egno per la salvaguardia della razza autoctona “apis mellifera ligustica” e più in generale per difendere gli insetti impollinatori che sono importantissimi per l’agricoltura.
La Toscana ha prodotto nel 2015 circa 2 tonnellate e mezzo di miele, con una resa stimata di 26 kg per alveare.