La riforma del sistema portuale è fatta e va in direzione esattamente contraria a quella indicata lo scorso settembre dal territorio apuano. Sì perché il decreto di riforma, riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali approvato oggi dal consiglio dei ministri ha stabilito che l’ente di Marina di Carrara sarà annesso a quello di Spezia. Il governo ha messo nero su bianco una serie di accorpamenti, dai quali nasceranno le cosiddette Autorità di sistema portuale: si tratta di centri decisionali strategici con sedi nei porti definiti “core” dalla Comunità Europea. Marina di Carrara non lo è, La Spezia sì e così via alla fusione, che darà vita all’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, che avrà sede appunto nella città affacciata sul golfo dei poeti. Inutile il tentativo del territorio di “restare” nel sistema dei porti toscani: l’appello lanciato a fine settembre da politica, imprenditoria e sindacati della provincia è rimasto inascoltato. «Adesso si tratta di vedere bene la formulazione del decreto e in particolare di verificare che la nuova realtà a cavallo di due regioni sia dotata di strumenti che garantiscano il prosieguo delle funzioni amministrative» ha commentato il presidente dell’Autorità Portuale Francesco Messineo. Il timore che ricorre nelle dichiarazioni di tutti, dalle associazioni di categoria ai sindacati, è che con questa riforma il nostro territorio diventi ancora più marginale in Toscana e non riesca nemmeno a entrare a pieno titolo nel sistema della Liguria. Anche perché, quando si tratta di investimenti nelle infrastrutture, a mettere le risorse sono le regioni: chi, attraverso quali canali e soprattutto con quanto impegno finanzierà lo sviluppo porto marinello, diviso tra Liguira e Toscana? «Il supporto della nostra regione di appartenenza non deve venir meno» auspica Messineo confermando che nella riunione di pochi giorni fa, dedicata all’accordo di programma per il rilancio del territorio apuano, il presidente Enrico Rossi ha garantito un impegno molto forte. Per avere qualche prova concreta bisognerà attendere i prossimi mesi. Intanto l’unica cosa certa è che anche dopo l’accorpamento, sarà garantita la continuità occupazionale: i 13 attuali dipendenti dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara dunque non cambieranno né sede né contratto.