I fatti di novembre hanno segnato un passaggio difficile. Abbiamo rispettato ogni espressione di dolore e rabbia, incassando ogni accusa molto prima che la magistratura stabilisse responsabilità e colpe. Siamo restati in silenzio di fronte alla rabbia disperata, abbiamo usato il locale più nobile della Casa Comune per creare una camera di compensazione tra collera e speranza ed in questi lunghi mesi abbiamo cercato con assoluto rispetto di individuare le forme perché restasse aperta la via di un confronto che non mortificasse le espressioni della protesta. Abbiamo offerto invano soluzioni, sedi alternative, abbiamo invitato al dialogo, alla riflessione, siamo stati costretti a svolgere le attività istituzionali in un clima pesante.
Abbiamo pazientato, abbiamo fatto tutto quello che ritenevamo giusto in nome di una ferita che è di tutti; infine ha prevalso il doveroso senso di legalità, di responsabilità, di presentabilità di fronte alla città che si sta rimboccando le maniche e un po’ alla volta si impegna a cercare di ricostruirsi migliore. Stiamo lavorando senza alcuna volontà di insabbiare, con trasparenza e determinazione, per fare emergere fino in fondo le cause di ciò che è successo.
Sia chiaro che c’è per ogni amministratore pubblico una parte di responsabilità in tutto quello che accade, ma adesso vogliamo capire quale sia la nostra, e di quella farci pienamente carico; poi vogliamo riprendere il lavoro di analisi sullo stato di salute del territorio e vogliamo partecipare direttamente ad ogni decisione, con Regione e Provincia, sul come progettare e realizzare opere che offrano il massimo delle garanzie per tutti.
Il tempo non si ferma e c’è bisogno di risorse, competenze e tempestività. Nel processo di ricostruzione non intendiamo arrogarci di nessuna scelta che non sia prima sottoposta a verifica, esposta, discussa e confrontata, ma alla fine sentiamo su tutto la responsabilità che si agisca bene e con urgenza. E’ quello che stiamo facendo, al meglio delle nostre possibilità e con tutti i nostri limiti umani e di apparato, ma questi siamo, questo è il Paese nel quale viviamo e questa è la nostra città, la città che noi non intendiamo abbandonare ad una visione ispirata ad un “tanto peggio tanto meglio”. Ci sentiamo impegnati a lavorare per il meglio e intendiamo farlo con la massima determinazione e responsabilità, in un clima di legalità e senza intimidazioni in una Casa Comune libera e non occupata.
Il sistema democratico non è un gioco che si può piegare a quello che più ci torna comodo, la democrazia offre a tutti opportunità, regole e strumenti per far valere opinioni e diritti, e pretende da tutti, istituzioni e singoli cittadini, l’impegno a farli rispettare. Per questa Amministrazione Comunale, per questo Sindaco, per le istituzioni tutte è giunto il momento di ristabilire il sistema di regole condiviso; pertanto si è deciso di emanare un’ordinanza di sgombero della sede Comunale occupata da quasi tre mesi.
Sia comunque chiaro che a nessuno verranno fatti mancare i diritti di manifestare quello che meglio crede.
La volontà non è di rimuovere o di soffocare ma di ricercare il confronto sulle questioni della sicurezza ambientale e su tutti i grandi temi in corso di discussione nelle forme che una città civile domanda e merita. Alzare i toni sarebbe una mortificazione inferta alla città; accettarne invece le regole, anche da parte degli occupanti, sarà un segno di amore e di rispetto.
Ci saranno tempi di un confronto che permetterà di rileggere con maggior serenità quanto accaduto, anche per riflettere sulle scelte che ognuno ha fatto in questi tempi concitati. Se c’era una lezione da prendere abbiamo cercato di apprenderla, adesso siamo impegnati a restituire sicurezza alla città, ad attenuare gli effetti dei danni, a cercare di far risarcire con giustizia e solerzia chi è stato colpito. Per tutto quello che non dipende da noi ci aspettiamo che ognuno metta sul piatto la propria dote di responsabilità e di senso civico.
Il Sindaco
Angelo Zubbani