E’ coinvolto anche un militare della guardia di finanza di Massa Carrara nell’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Rossella Soffio che ha portato all’arresto per usura, ieri mattina, di un imprenditore di Carrara, in carcere a Livorno. Massimiliano Del Dotto, 44 anni, è la talpa ora sospeso dall’impiego e agli arresti domiciliari per favoreggiamento; in cambio di regali, passava informazioni, sull’inchiesta iniziata nel dicembre 2009 a Lucio Bianchi, 50 anni, titolare dell’omonima ditta di marmi a Sarzana che dal 2004 ha estorto denaro a persone del territorio, picchiando almeno in un caso chi non poteva restituire i soldi. A lui il Gip Giuseppe Laghezza contesta i reati di usura aggravata e continuata, estorsione e lesioni; due le vittime per ora accertate dagli uomini del capitano Nicolino Itri, della compagnia di Marina di Massa, ma non se ne escludono altre, come farebbero intuire anche le molte intercettazioni nelle mani dei procuratori. Telefonate dalle quali emergono atteggiamenti violenti ed aggressivi dell’uomo arrivato a minacciare le vittime e i familiari o anche di far saltare l’abitazione. L’indagine è tutt’ora in corso per verificare la presenza di altri reati, il rapporto tra Bianchi e il finanziere o se ci siano altre persone coinvolte o prestasoldi. Tutto sarebbe iniziato con la richiesta di un prestito tra i 30 e i 50 mila euro a cui venivano applicati tassi del 120%, mentre in caso di mancato pagamento delle rate, solitamente un 10% della cifra al mese, le percentuali spaziavano dall’800% al 1700%. Le vittime hanno restituito 250 mila euro di interessi, lasciando ancora intatto il debito iniziale. A Bianchi sono stati sequestrati tra Ortonovo e Sarzana 3 appartamenti, uno scooter, un porsche cayenne ed un’altra auto, un’imbarcazione. Proprio questa mattina sono stati sequestrati anche 150mila euro e a breve saranno colpite le aziende di proprietà.