Si chiude dopo 22 anni, il contenzioso tra il comune di Massa ed Edison spa, successore di Montedison, costretta per sua fortuna a pagare solo 700 mila euro al territorio come risarcimento dell’esplosione della Farmoplant. L’amministrazione alla fine ha accettato l’offerta, ben poca cosa, in realtà a fronte ai quasi 4 milioni di euro chiesti in partenza dai legali del comune al tribunale di Genova, dove è finita la vicenda e ancora meno rispetto agli 800 mila euro ipotizzati circa un mese fa. Soldi che risarciscono il pagamento delle spese sostenute durante l’emergenza dall’amministrazione comunale, ossia gli straordinari per la polizia municipale e il personale del comune, l’attivazione di servizi particolari e straordinari; niente rimborso per il danno di immagine né tanto meno per quello ambientale che potrebbe ottenere solamente il ministero dell’ambiente per poi eventualmente rigiralo al comune massese. Il comitato Mo Basta e il suo rappresentante Giancarlo Casotti, consigliere comunale di maggioranza, appoggiati anche dal consigliere Simone Ortori di sinistra ecologia e libertà avevano già proposto giorni fa di utilizzare i soldi del risarcimento per la riqualificazione gli abitati in zona industriale, martoriate da decenni da aria irrespirabile e paure. Questa mattina Casotti ha richiesto al sindaco Roberto Pucci la possibilità di mettere in piedi un consiglio comunale ad Alteta aperto ai cittadini od una riunione tra amministrazione e residenti per decidere il futuro dei 700 mila euro. Il comitato punterebbe però al risarcimento più sostanzioso che potrebbe ricevere il ministero dell’ambiente e chiederà al comune di muoversi in questa direzione. Il sindaco si è reso disponibile e l’incontro è previsto entro 15 giorni.