Mentre l’assessore alla cultura Giovanna Bernardini si appresta a celebrare alla Biennale la “morte filosofica del marmo nella scultura artistica”, la città di Carrara sta morendo davvero, inosservata e senza considerazione neppure dalle più importanti istituzioni. Stiamo parlando del ministero del Turismo in cui la città non viene accostata al nome di Massa e quando viene fatto, nelle zone da visitare vengono indicati siti dismessi o inaccessibili. Se si accede infatti al sito www.italia.it, portale del Ministero del turismo tradotto in decine di lingue diverse, biglietto da visita ufficiale per chi vuole visitare il paese, ci si accorge che nella cartina della Toscana il nome della provincia compare solo con la denominazione di Massa che in questo caso ha vinto sia la battaglia del trattino sia quella della “e” visto che Carrara è stata eliminata dal nome del capoluogo. Ad accorgersene è il consigliere Gianni Musetti stupito ancora di più da quanto si legge nella sezione dedicata al territorio apuano; nella pagina “cosa vedere” vengono indicati alcuni siti d’interesse abbandonati o dismessi. La cava museo di Fantiscritti, dice Musetti, è “inaccessibile dato che non esiste un percorso per poterla raggiungere se non attraversando altre cave in attività”; c’è poi il parco della memoria a Campocecina, con “l’erba alta circa un metro e deturpato da vandali” e La Cava dei poeti, sito già oggetto di una denuncia da parte del consigliere della destra, perché “costato circa 300 mila euro all’amministrazione, ma inutilizzato da circa 5 anni se non come discarica”.