Il pianeta marmo dimostrerebbe di essere ancora un centro focale del dibattito politico ed istituzionale e, potenzialmente il Marchio del Marmo e il Distretto del Lapideo rappresenterebbero due opportunità di sviluppo e di crescita culturale del territorio nel suo complesso. Per il segretario provinciale di Confartigianato Imprese però, pur essendo queste, due proposte nobili dal punto di vista teorico, avrebbero anche destato perplessità che scaturirebbero da plausibili ipotesi di strumentalizzazioni pilotate, all’interno di uno scenario contraddittorio e nebuloso. “Siamo convinti che occorra definire con chiarezza il ruolo e le funzioni di questi strumenti, Marchio e Distretto, che devono rappresentare un potenziamento e valore aggiunto per l’economia del marmo in tutte le sue componenti”, afferma Oligeri, per il quale, se da un lato la scelta di attivare iniziative sinergiche a favore delle imprese da parte delle Associazioni industriali di Massa Carrara e di Lucca non potrebbero essere interpretate come elemento di discrimine generalizzato, dall’altro non dovrebbero neppure venir contrabbandate come condivisibili obiettivi, finendo poi con l’operare a discapito del comprensorio apuano. Secondo Oligeri, inevitabile apparirebbe l’esigenza di mettere in campo una determinazione precisa e strategica dopo aver risposto ad alcuni interrogativi che atterrebbero all’esistenza di una reale e condivisa fiducia nell’efficacia del Distretto del Lapideo. “E’ indispensabile”, afferma, “chiedersi se oggi il ruolo del marmo, comprensivo anche delle fasi lavorative di trasformazione, è sostenibile dalle imprese, dalla politica e dalle istituzioni; se il polo tecnologico potrà essere un vero servizio per il territorio dando soddisfazione agli interessi delle imprese locali; e ancora se il Polo fieristico della IMM è ritenuto fondamentale per contribuire allo sviluppo del marmo e del territorio in senso generale”. Questi sarebbero quindi alcuni dei punti ai quali, secondo Confartigianato, occorrerebbe dare risposte, evitando di eludere i problemi reali; circa la centralità infine, quella resterebbe a Carrara, poiché il comprensorio apuano rappresenterebbe nel mondo l’unico polo di attrazione imprenditoriale e turistica. “Al limite”, conclude Oligeri, “si potrà discutere circa il modo di incrementare proprio l’attrazione turistica, senza per questo mettere in discussione il vero bacino del marmo bianco”.