L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Firenze, guidata dal procuratore capo Filippo Spiezia, ha concluso le investigazioni e ha indagato un gruppo di imprenditori, ritenuti vicini al clan camorristico dei Casalesi, che opera prevalentemente nelle aree delle Apuane e nel grossetano in Toscana, ma attivo su tutto il territorio nazionale.L’operazione, che ha coinvolto i comandi provinciali della Guardia di Finanza di Firenze e Vicenza tra il 2019 e il 2024, ha portato alla notifica di un avviso di conclusione indagini per 18 persone provenienti da diverse province italiane.

La Procura ha notificato un avviso di conclusione di indagini nei confronti di 18 persone, originari o residenti tra le province di Grosseto, Caserta, Roma, Pordenone, Messina, Massa-Carrara, Brescia, Vicenza e Trento

Il gruppo di imprenditori è accusato di reati gravi, tra cui l’impiego di denaro di provenienza illecita, l’emissione e l’utilizzo di fatture false, il trasferimento fraudolento di valori e la bancarotta fraudolenta. Le attività illecite sono state condotte con l‘aggravante di favorire e rafforzare il clan dei Casalesi.

Le indagini si sono concentrate su un imprenditore edile originario di Casaluce (Caserta) e residente a Grosseto, già condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Questo imprenditore avrebbe reimpiegato almeno 300 mila euro di capitali illeciti, collegati a un soggetto vicino ai Casalesi, accusato di auto-riciclaggio e frode fiscale.

Inoltre, gli investigatori hanno raccolto prove di una bancarotta fraudolenta, dove gli indagati avrebbero depauperato una società a responsabilità limitata con sede a Verona, causando un danno di circa 5 milioni di euro. Gli imprenditori coinvolti avrebbero distratto fraudolentemente denaro, materiali, attrezzature e contratti d’appalto a favore di altre imprese a loro riconducibili.

Infine, due società a responsabilità limitata con sede a Grosseto sono state anch’esse destinatarie dell’avviso di conclusione indagini per responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del decreto legislativo 231/2001, avendo agevolato l’attività dell’associazione camorristica.