Il comitato di riqualificazione zona Massa-Avenza ha depositato in Procura, lo scorso 3 maggio, l’annunciato esposto contro la realizzazione del parcheggio per mezzi pesanti in via Massa Avenza i cui lavori sono partiti da inizio mese. Il documento è firmato da sette cittadini, in rappresentanza dei settecento firmatari della petizione portata all’attenzione del consiglio comunale: Gino Cristiani, Marco Angelotti, Bruno Borghini, Romana Borghini, Anna Cima, Cinzia Di Benedetti e Bruna Turba

Accanto a loro i consiglieri Luana Mencarelli, M5S, Agostino Incoronato Upc e Stefano Alberti Pd, l’ex onorevole Elena Cordoni alcuni di coloro che hanno sostenuto la battaglia dei residenti. L’esposto pone alla Procura alcuni interrogativi sulla necessità di provvedere ad una valutazione dell’impatto ambientale che il parcheggio potrebbe evidenziare evidenziato i possibili effetti di inquinamento atmosferico e acustico, del suolo e delle acque, effetti su flora e fauna, impatto sulla salute umana e socio-economico.

Nell’atto i cittadini fanno presente che al progetto definitivo mancano gli allegati del piano di manutenzione, relazioni geologica, geotecnica e idrogeologica e che non è rispettato il regolamento del verde che prevede la piantumazione di due alberi ogni tre stalli, mentre nel computo metrico sono previste sette piantagioni. Inoltre si evidenzia il mancato ascolto da parte dell’amministrazione comunale. Inoltre, secondo i consiglieri «non c’è un atto che indichi la modifica del progetto come dichiarato dall’assessore» anche se, lo stesso Guidi ha spiegato che, trattandosi di una gara ad offerta migliorativa alcuni cambiamenti apportati sono stati proposti dalla ditta ed indicati nel verbale.

C’è un altro fattore che viene contestato dal comitato: in una conferenza paesaggistica sul Regolamento urbanistico del 19 dicembre scorso, la Regione Toscana chiede chiarimenti e che la scheda dell’area interessata dal parcheggio «sia resa coerente con le individuazioni del Verde interno alle aree con funzioni di carattere artigianale e industriale». «Vuole dire che quell’area deve restare verde e va riqualificata» traduce la Cordoni, «non si capisce perché non si vogliano ascoltare le ragioni di chi abita in zona che non sono poi così irragionevoli considerato che l’area è sovraccaricata dalla caserma dei vigili del fuoco, motorizzazione, nuovo ospedale». Anche Alberti si è detto «colpito dal buco procedurale perché non è stata avvisata la Regione della modifica dell’area».