Massa, come già da anni accade a Carrara, ha dato il via all’iter per istituire la pensione comunale per operai del marmo con una mozione a firma di Fratelli d’Italia ed approvata con 21 voti a favore. Contrari solamente la consigliera Elena Mosti perché «apprezzo il fine simbolico, ma vorrei che ogni centesimo fosse per la sicurezza» e il grillino Paolo Menchini. «Anni fa era un contesto diverso – ha detto Menchini – ma oggi non chiederei quel vitalizio per uguaglianza tra tipologie di lavoratori perché anche chi lavora nell’edilizia o gli operai in strada svolgono un lavoro pericoloso e rischiamo di avere un coro di contrarietà perché iniqui verso altre categorie». Rifacendosi al Regolamento per il servizio della pensione comunale agli operai del marmo del comune di Carrara, l’atto impegna la Giunta «a verificare la fattibilità dell’istituzione di una pensione in favore dei lavoratori del marmo di Massa». I fondi sarebbero trovati con i contributi derivanti dalla tassa marmi. Nulla in contrario da parte del sindaco Francesco Persiani considerato che «era nelle linee programmatiche e l’atto serve a rimarcare l’impegno». «E’ una mozione che viene da lontano – ricorda Agostino Incoronato, Upc – la presentò Bruno Quieti di An dieci anni e io stesso, ma il problema fu individuare a chi concederlo e i soldi perché Carrara ha stabilito 33 euro al mese incassando 10 milioni dalla tassa marmi, mentre a noi entra un milione di euro». Per Alessandro Amorese, firmatario, «sostiene i cavatori che ci chiedono con forza di equiparare le loro posizioni a quelle dei colleghi».