
Con un’approvazione all’unanimità del consiglio comunale, il comune di Massa si è dotato di un «Regolamento per la disciplina della videosorveglianza» adeguato alle normative sulla privacy e la tutela degli utenti dato che le immagini possono essere utilizzate dagli inquirenti per eventuali indagini. Ventisei articoli totali, uno aggiunto con un emendamento proposto dalla commissione ambiente relativo alla «scelta dei luoghi in cui installare nuove telecamere che avverrà ad opera del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica». Al momento il documento prevede diciassette punti video sorvegliati, dal mare ai monti, dal centro città alle periferie; in alcune zone come via dei Colli a San Carlo o via Silvio Pellico, nel quartiere dei Poggi, gli impianti sono dotati di lettura targa e contesto. Anche se, come riportato da Agostino Incoronato, Upc, «in commissione il comandante Santo Tavella ci ha riferito che su 17 punti in sei zone non funzionano». Lo stesso Incoronato e Paolo Menchini, M5S, hanno poi sollevato il problema di chi visualizzerà quelle immagini che arriveranno alla sala operativa della Polizia municipale, «se non c’è nessuno hanno efficacia dimezzata e questa è una lacuna organizzativa». Su questo il vicesindaco Guido Mottini ha fatto notare che «le riprese vengono tutte registrate e possono essere verificate in seguito; in ogni caso il Regolamento aggiornato serve ad assorbire la legge nazionale e dare mandato al comitato sicurezza pubblica sui luoghi in cui posizionare le telecamere». A favore anche il Pd: «si parla di telecamere di nuova generazione collegate con le centrali operative – ha detto Gabriele Carioli – valuteremo poi dal bilancio di previsione quanti fondi saranno messi a disposizione dei vigili urbani e quanti per l’installazione di nuovi impianti».