In seguito a segnalazioni di cittadini relative alla presenza sul fosso Lavello (nel comune di Massa) di materiali galleggianti, dichiarati di presumibile origine fecale, e di intense maleodoranze, tecnici del locale Dipartimento ARPAT sono intervenuti sul posto il 1° luglio scorso e di nuovo il 7 agosto, nel primo caso insieme ad operatori della polizia municipale e nel secondo di militi della Capitaneria di porto.

Sia in data 1 luglio, sia in data 7 agosto, i tecnici del Dipartimento hanno provveduto a:

  • percorrere l’asta del fosso dalla foce fino a monte degli scarichi di reflui urbani, arrivando in prossimità del tratto tombato del Lavello;
  • effettuare rilievi fotografici,
  • effettuare campionamenti dell’acqua del fosso,
  • effettuare campionamenti dell’acqua scaricata dai due depuratori di reflui urbani presenti sul fosso,
  • prelevare in data 7 agosto il materiale in sospensione nel fosso (presente sia a monte che a valle degli scarichi),
  • ispezionare visivamente i canali destinati a raccogliere l’acqua piovana dell’area industriale presenti in riva sinistra del Lavello.

sopralluogo del 7 agosto

In data odierna sono stati trasmessi a tutti gli enti interessati gli esiti degli accertamenti effettuati, che si possono così riassumere:

  • è stata rilevata la presenza di pesci morti nel fosso Buzzone, avvisando quindi l’Istituto Zooprofilattico affinché procedesse, se del caso, alle specifiche attività diagnostiche per la ricerca delle cause di morte della fauna ittica;
  • lungo il fosso Lavello, a valle del ponte di accesso all’impianto di depurazione Lavello, sono stati rilevati  accumuli di plastiche e altri rifiuti che in caso di temporali potrebbero essere trascinate in mare;
  • il fosso risulta ricco di nutrienti, situazione favorita da:
    – materiale vegetale (vivo e morto) presente nel fosso,
    – scarichi dei depuratori di reflui urbani che, in ogni caso, rilasciano sostanze organiche,
    – presenza di scarichi domestici non allacciati alla rete fognaria da verifificare da parte degli Enti preposti,
    – possibile presenza di scarichi occasionali non identificabili al momento del sopralluogo, perché non attivi.

materiali rilevati il 1° luglioCome anche negli anni passati (vedi ad esempio nel 2017) le problematiche che si verificano, soprattutto nella stagione estiva, sono determinate dallo scarso apporto idrico del fosso, che essendo un fosso di drenaggio in estate non ha molta acqua e non è soggetto ai fenomeni tipici dei fiumi e dei torrenti, quali le piene, che favoriscono l’allontanamento delle sostanze vegetali che si depositano sul fondo dopo morte.

Questi problemi sono più marcati in prossimità della foce per via della disponibilità di nutrienti dovuta agli scarichi dei due depuratori di reflui urbani (circa 180.000 AE in totale).

Per limitare il disagio descritto è possibile pensare ad interventi atti a creare una maggiore ossigenazione delle acque, all’asportazione meccanica di parte della sostanza organica presente, all’immissione di acque non inquinate da sostanze organiche che aumentino la velocità di scorrimento dell’acqua e ne abbassino le temperature.

Nell’immediato è stato suggerito agli Enti preposti di attivarsi con urgenza per la rimozione delle carcasse dei pesci morti nel fosso Bozzone e di assicurare la rimozione delle plastiche e di altri rifiuti presenti a valle del campo nomadi.