Il comune di Massa avvia i “Piani attuativi di bacino”, uno strumento fondamentale per la gestione delle attività estrattive all’interno del territorio definito dalla legge regionale 65 del 2014. Il Piano attuativo da riferimento all’intero bacino di riferimento e non alla singola cava; disegna il quadro attuale, mette in fila le criticità e pensa ad un possibile sviluppo con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. I bacini su cui determinare i piani sono sette: Monte Cavallo, Fondone Cerignano, Piastreta Sella e Monte Macina, Valsora Giacceto, Monte Carchio, Caprara e Madielle, Combratta e Brugiana. Uno strumento che servirà a garantire un’attività estrattiva maggiormente sostenibile, per salvaguardare le Alpi Apuane come paesaggio naturale, ma anche per aumentare il ritorno economico locale attraverso lavorazioni di qualità in filiera corta. “Non mancherà – dichiara il vice sindaco Uilian Berti – attenzione al tema della sicurezza sul lavoro che per le attività estrattive rappresenta una delle maggiori criticità”. I Piani attuativi, con validità decennale, dovranno essere prima adottati dal consiglio comunale e poi passare al vaglio della conferenza dei servizi in Regione per poi tornare alla definitiva approvazione in consiglio. Per i piani, il comune di Massa si affiderà alla collaborazione del Centro di geotecnologie dell’Università di Siena e saranno coinvolti i settore pianificazione e dell’ambiente. Secondo l’assessore all’ambiente, “l’operazione deve essere portata a termine in tempi stretti perché l’attuale normativa, in assenza di Piani attuativi di bacino, limita l’attività estrattiva, impedendo il rilascio di varianti o ampliamenti alle autorizzazioni e rinnovi”.