Un caso a Carrara, segnalato da un cittadino asiatico con tanto di foto di muri imbrattati e porte semidivelte per mano di un gruppetto di ragazzini. Uno ad Avenza, con lo scatto di scritte e disegni volgari impresse sul cippo dedicato a Mazzini da alcuni teen-ager. E uno a Marina di Carrara, dove una donna ha raccontato l’infelice incontro con tre adolescenti ubriachi. Tre episodi denunciati attraverso Facebook che confermano quanto segnalato a più riprese da commercianti e residenti: il territorio comunale è attraversato in lungo e in largo da gruppi di ragazzini che non solo di notte ma anche nelle ore pomeridiane, compiono atti vandalici a danno di monumenti, arredi urbani o addirittura abitazioni private. Insomma anche Carrara si trova a dover fare i conti con il fenomeno delle cosiddette “baby-gang”.

Lo conferma il post di un cittadino asiattico, “assediato” mentre si trovava nella sua abitazione in via del mercato, nel centro storico di Carrara, da un gruppo di ragazzini: «Questo non è uno scherzo da bambini, hanno rotto la porta con la catena della bicicletta. Ho chiamato la polizia» scrive l’uomo, raccontando che quello di giovedì notte non è il primo episodio di questo genere. La seconda segnalazione arriva da Pietro Di Pierro, avenzino doc, che mostra i disegni osceni e le scritte volgari apparse sul cippo a Mazzini opera «non certo di maggiorenni». L’ultimo racconto è quello di una donna che a Marina di Carrara, ha avuto la sfortuna di imbattersi «in tre sedicenni talmente ubriachi da non reggersi in piedi, davanti alla centralissima farmacia. Uno dei tre inizia a fare pipì davanti a tutti, bambini, famiglie,, ragazzine. Istintivamente gli grido: “vergognati”. Candidamente mi risponde: “Perchè?”».

Comportamenti disdicevoli e da condannare, in qualche caso alle soglie della microcriminalità, su cui l’assessore al sociale Anna Galleni garantisce la massima attenzione: «Noi abbiamo la responsabilità di costruire una città vivibile e alla portata di tutti. Ma il compito di educare i figli è in primo luogo dei genitori. L’amministrazione sta lavorando alle possibilità di aumentare le occasioni e i luoghi di aggregazione e per dare impulsi che arricchiscano culturalmente i giovani. Per questo abbiamo in cantiere dei progetti che riguardano sia il centro storico che le frazioni a valle. Ma per quanto riguarda certi comportamenti la responsabilità è delle famiglie. Sono i genitori a dover passare ai ragazzi i valori del rispetto e dell’educazione. Insegnando loro a trattare la città come casa propria. Anche perché – ha ammonito l’assessore, che è anche un avvocato – le famiglie devono essere consapevoli che potrebbero essere chiamate a rispondere patrimonialmente dei danni arrecati dai ragazzi».