Il motto parla chiaro: fatta la legge, fatto l’inganno. Ecco allora che, proprio per evitare quell’inganno, alla legge è associata pure la sanzione. Risultato: chi non rispetta le prescrizioni, rischia una “bella” multa.

E la raccolta porta a porta non fa eccezione. Sì perché tu, che vivi in una delle strade in cui la rivoluzione rifiuti è già realtà, potresti escogitare un pratico sistema per evitare di differenziare: tetrapak o alluminio, carta o bottiglia poco importa, in barba alla cultura ambientale, raccogli tutto in un sacchetto e ti fai un giretto. Raggiungi quella parte di città in cui il porta a porta ancora non c’è e lì, nel primo cassonetto che incontri, lasci “distrattamente” cadere la tua spazzatura.

Facile beccarti e scoprire che la differenziata non la fai se abiti in una casa privata e il tuo mastellino non compare mai davanti al cancello, più difficile, invece, se risiedi in un palazzo e i rifiuti li getti – o li dovresti gettare – nel bidone condominiale. Fatta la legge, dicevamo, fatto l’inganno. Ecco quindi che l’Asmiu e l’amministrazione siedono intorno ad un tavolo e fanno il punto. Il risultato è un’ordinanza in cui si definiscono nel dettaglio le modalità della raccolta porta a porta e si prevedono le sanzioni nel caso quelle modalità non siano rispettate. L’importo delle multe è quello definito dal testo unico delle pubbliche amministrazioni nel caso di mancato rispetto delle ordinanze. Tradotto: se non rispetti le regole, devi sborsare una cifra compresa tra i 25 e i 500 euro. Le sanzioni potrebbero essere più contenute solo se il Comune decidesse di applicare gli importi previsti da un altro testo unico, quello sull’ambiente. In quel caso la cifra massima scenderebbe a 250 euro.

L’atto è pronto, ma Palazzo civico ne ha rimandato la pubblicazione. Con uno scopo: concedere ai residenti un periodo di rodaggio, una fase di adattamento. Adattamento per i cittadini, quindi, e possibilità di evidenziare criticità e apportare correttivi per l’amministrazione. Qualche settimana di tolleranza e niente multe, poi l’ordinanza, i controlli e – di conseguenza – le sanzioni. I dipendenti di Asmiu, affiancati dagli agenti di polizia municipale, verificheranno che i cittadini residenti nell’area interessata al porta a porta rispettino le regole. Accerteranno, inoltre, che quegli stessi residenti non facciano i furbetti e, sacchetto alla mano, raggiungano il primo cassonetto ancora in strada.

Per rafforzare i controlli Asmiu accenderà le telecamere mobili e ricaricabili: un sistema di videosorveglianza che può essere facilmente rimosso e riallestito, a seconda delle necessità. Quel sistema passerà all’azione – parola di Federico Orlandi, amministratore unico di Asmiu – soprattutto nelle zone in cui i cassonetti c’erano e sono stati rimossi dopo l’entrata in vigore del porta a porta. Lì oggi sono rimaste solo le campane per il vetro, ma qualcuno – e questa è l’unica irregolarità già evidenziata – con la scusa di gettare bottiglie e bicchieri rotti, lascia cadere pure umido e carta. Chi è affetto dal “vizietto” dovrà fare attenzione perché nel caso, con la collaborazione delle forze dell’ordine, venga pizzicato, rischia – per tornare al cuore della questione- una multa da 25 a 500 euro. Davvero non spiccioli.

Vale la pena, quindi, sfruttare il periodo di rodaggio rispettando le regole per testare le proprie capacità di adattamento, evidenziando eventuali criticità e proponendo correttivi. Perché l’alternativa è sfilarsi dal portafoglio un po’ di soldi

il tirreno