Qualcosa, ancora molto lentamente, sembra muoversi per quanto riguarda la questione delle concessioni demaniali degli stabilimenti balneari sulle quali pende la spada di Damocle delle aste in virtù della direttiva Bolkestein. Il 29 luglio scorso il Senato ha riconfermato la proroga al 2020 dell’attuale status, spostando quindi in là l’ipotesi della messa all’asta. Cinque anni che dovranno però servire a modificare alcuni aspetti delle attuali concessioni per passare l’esame europeo. In questa fase diventa fondamentale il ruolo delle Regioni che avranno quattro mesi di tempo, fissati sempre dal Senato, per un censimento delle proprio coste in grado di definire quali aree potrebbero essere  soggette a passaggio da patrimonio demaniale indisponibile a patrimonio disponibile in capo alle Regioni stesse. “Si tratta di un passaggio fondamentale – commenta il presidente dei balneari Confesercenti Toscana Nord Stefano Gazzoli – in cui le Regione possono avere un ruolo attivo nella soluzione finale della vicenda scongiurando il pericolo delle aste. Il censimento infatti consentirà di definire una volta per tutte quali aree siano da ritenere “intoccabili” e quali siano quelle con possibilità di cambiare il loro stato di fatto (la così detta sdemanializzazione). Stiamo parlando in questo caso di aree nelle quali storicamente insistono strutture e che hanno perso le caratteristiche di arenile. Anche il codice della navigazione prevede la sdemanializzazione in questi casi. Un modo – dice ancora Gazzoli – per risolvere il problema della direttiva europea per queste aree, precisando cosa si intende per sdemanializzare; e cioè mantenendo da parte dello Stato la proprietà del suolo non vuol dire vendere, ma vuol dire regolare un territorio che oggi non ha regole. Vuol dire inoltre ridurre significativamente gli enti che se ne occupano al fine di ottimizzare controlli e norme stesse”. Gazzoli la settimana scorsa ha incontrato in Regione, insieme a Luca Petrucci del Consorzio Riviera Toscana, il Capo di Gabinetto Ledo Gori e Paolo Bongini. “Abbiamo voluto capire come la Regione intende muoversi dopo le richieste del Senato – dice ancora Gazzoli -, Regione che intende rivederci su queste questioni. Nell’occasione abbiamo anche chiesto di definire normative per la costa, uniche per tutta la regione alle quali i Comuni si dovranno attenere. Uno stabilimento balneare di una zona dovrebbe avere uguali diritti di quello di altre zone a parte le peculiarità indiscutibili del territorio con modalità e vincoli inderogabili per i quali si potrà realizzare strutture e ristrutturarle. Crediamo che questi passaggi – conclude Gazzoli – possano essere un primo passo verso una soluzione. Confidiamo nella dinamicità e la sensibilità  che la Regione Toscana ha sempre avuto verso un settore strategico come quello balneare. Come Confesercenti Toscana Nord chiederemo inoltre un’audizione alla commissione regionale Bilancio, Patrimonio e Demanio al fine di poter approfondire l’argomento”.