“Né posto né rimpasto”. Non è mancata, nella conferenza stampa di fine anno del presidente Enrico Rossi, una domanda sul suo futuro e sul futuro della Giunta regionale toscana nel dopo elezioni politiche.

“Con i cittadini toscani io ho siglato un patto – ha sottolineato il presidente della Regione Toscana – né è all’orizzonte un altro tipo di incarico per il sottoscritto. Quanto ai componenti della Giunta, per adesso c’è solo un candidato alle elezioni del 25 febbraio: il giorno successivo rifletteremo sul risultato e il giorno ancora successivo prenderemo, per la Giunta, una eventuale determinazione”.

A una domanda successiva circa un eventuale suo secondo mandato alla guida del governo toscano, Rossi ha glissato (“Ho ancora due anni pieni, poi chi dovrà valutare lo farà”) mentre rispondendo (“da esponente politico”) a un altro interrogativo circa un possibile governo nazionale di coalizione tra Pd e forze centriste, Enrico Rossi ha fatto presente che Monti “è un liberale e, dunque, un qualcosa di assai diverso da me”.

Ha poi spiegato di non condividere, di Monti, l’impostazione economica “basata sull’assillo di rimettere a posto i conti perché poi a risolvere tutto ci penserà il mercato. Questa è certamente una ipotesi diversa dalla mia”.

Aggiunto, comunque, che rispetto al “populismo di Berlusconi”, l’attuale presidente del Consiglio è certo “un signore rispettabile”, Rossi ha poi detto che “accordi e intese sono possibili, sia pure nelle reciproche differenze, in uno spirito autenticamente europeo che può vedere collaborazioni fra un Partito Popolare e un Partito Socialdemocratico” davanti alla “robaccia” rappresentata dal populismo (“Oltretutto non siamo un Paese di matti, disposti a farci turlupinare un’altra volta dal solito pifferaio”).