Sebbene da quest’anno l’incentivo sia sceso al 65 per cento[1], nei primi tre mesi del 2025[2] gli oneri a carico dello Stato sono aumentati di altri 1,8 miliardi di euro.

Pertanto, il valore economico complessivo del vantaggio fiscale riconosciuto a coloro che hanno utilizzato il Superbonus per finanziare i lavori di ristrutturazione/efficientamento energetico delle proprie abitazioni è salito a 126 miliardi. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

E’ evidente che nei primi mesi del 2025 i vincoli normativi imposti l’anno scorso hanno “congelato” il ricorso a questa misura. Tuttavia, il costo per le casse pubbliche continua ad aumentare, verosimilmente solo per quest’anno. Dal 2026, infatti, il Superbonus, salvo modifiche legislative, non sarà più utilizzabile.

  • Colpo di coda in Campania, Marche e Molise

Ritornando ai dati, nel primo trimestre di quest’anno le uscite più significative per le casse pubbliche hanno interessato la Campania (+ 3,4 per cento pari a +301,6 milioni di euro), le Marche (+2,5 per cento che corrisponde a +87,6 milioni) e il Molise (+2,5 per cento pari a 19,3 milioni). Le regioni che, invece, in questo inizio 2025 hanno utilizzato meno il Superbonus sono state la Puglia (+0,6 per cento con una spesa di +38,1 milioni di euro), la Valle d’Aosta (+0,6 per cento pari a +3,4 milioni) e, infine, la Sardegna (+0,4 per cento che corrisponde a +12,7 milioni di euro) (vedi Tab. 1).

  • Più vantaggi o svantaggi?

Il Superbonus è stato un provvedimento divisivo. Chi politicamente ha voluto e continua a difendere la bontà di questo provvedimento, sostiene che non si debba guardare solo alla spesa che lo Stato si è fatto carico fino ad ora, ma anche agli effetti economici positivi che esso ha generato. Vale a dire più gettito (Irpef, Ires, Iva, etc.), più occupazione, più Pil, più risparmio energetico e meno emissioni climalteranti. E’ una tesi legittima che, tuttavia, almeno in parte è stata smentita da alcuni approfondimenti realizzati dalla Banca d’Italia. Le prime evidenze dimostrerebbero che nello scenario migliore i benefici ambientali del Superbonus compenserebbero i costi sostenuti dallo Stato in quasi 40 anni[3].   Sempre i ricercatori di via Nazionale hanno sottolineato che da una indagine che ha interessato i beneficiari del Superbonus, il 25 per cento di questi proprietari li avrebbe realizzati comunque, gravando così sulle casse dello Stato per almeno 45 miliardi di euro[4]. In più di un’occasione, sempre la Banca d’Italia ha evidenziato la natura regressiva di questa agevolazione fiscale destinata al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici[5]. Tesi, quest’ultima, sostenuta anche dalla Corte di Conti[6] che ha denunciato come le risorse pubbliche impegnate per il Superbonus abbiano interessato, in particolare, le persone più abbienti.

  • Tanti lavori eseguiti in fretta e male

Secondo l’Istat, la misura oggetto di questo approfondimento ha contribuito alla crescita economica nel biennio 2021-2022 tra l’1,4 e il 2,6 per cento[7]. Ricordiamo che in questo biennio il Pil italiano è cresciuto complessivamente di 13,7 punti percentuali. Per uscire dalla recessione causata dalla pandemia, il 110 per cento ha dato senz’altro un contributo importante. Ovviamente, c’è anche il rovescio della medaglia. Tra la fine del 2020 e lo stesso periodo del 2023, i costi di costruzione sarebbero aumentati del 20 per cento, di cui la metà a causa del Superbonus. Sul fronte occupazionale, invece, in questi ultimi anni gli addetti nel settore delle costruzioni sono aumentati notevolmente, grazie anche al contributo “innescato” dal Superbonus. Sono nate dall’oggi al domani tantissime micro attività guidate da persone, in particolar modo straniere, che sono diventati imprenditori edili dall’oggi al domani. Realtà che in moltissimi casi stanno chiudendo, perché nate solo sotto la spinta di un evento eccezionale. Infine, visti i tempi molto ristretti in cui le agevolazioni fiscali erano consentite, tanti interventi sono stati eseguiti in fretta e male. Pertanto, in tempi relativamente brevi, non mancheranno di creare problemi agli edifici che sono stati interessati da tali misure.

  • Effetti negativi anche sugli appalti pubblici

In particolare nel 2024, il Superbonus ha provocato delle conseguenze molto negative anche sugli appalti pubblici. L’impennata dei costi di moltissimi materiali ha imposto una revisione dei prezzi per un gran numero di opere pubbliche già cantierate, causando alla Pubblica Amministrazione non poche difficoltà ad adeguarsi per il deciso aumento del costo dell’opera e in molti casi provocando il rallentamento o addirittura la sospensione dei lavori nei cantieri.

  • Ristrutturato un “pugno” di edifici

Entro il 31 marzo scorso, gli interventi di ristrutturazione/efficientamento edilizio realizzati per mezzo del Superbonus hanno sfiorato le 500mila unità (precisamente 499.709). Nonostante gli oneri a carico dello Stato siano pari a 126 miliardi di euro, solo il 4,1 per cento del totale degli edifici residenziali presenti nel Paese è stato interessato dall’agevolazione fiscale. A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al cosiddetto 110 per cento: con 59.846 asseverazioni depositate, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è stata pari al 5,7 per cento. Seguono l’Emilia Romagna con 44.767 asseverazioni e un’incidenza del 5,5 per cento, il Trentino Alto Adige con 11.420 interventi e un tasso del 5,4, la Lombardia con 78.630 asseverazioni e un’incidenza del 5,3 e la Toscana con 38.418 operazioni e una incidenza del 5,2.  Per contro, hanno manifestato un grosso disinteresse nei confronti del Superbonus le regioni del Mezzogiorno: il Molise, ad esempio, è stato interessato per il 3 per cento dei propri edifici residenziali, la Puglia il per 2,9, la Calabria per il 2,6 e la Sicilia solo per il 2,2 per cento (vedi Tab.2).

  • Costo medio per intervento di 252.000 euro. Il top della spesa in Valle d’Aosta: 402mila euro

Sempre a livello nazionale, l’onere medio per edificio residenziale a carico dello Stato è stato di 252.147 euro. Il picco massimo lo scorgiamo in Valle d’Aosta con 402.014 euro per immobile: seguono la Liguria con 306.240 euro, la Campania con 304.692 euro, la Basilicata con 304.681 euro e la Lombardia con 303.757 euro. Chiudono la graduatoria il Veneto con un costo medio per intervento di 197.017 euro per edificio, la Sardegna con 188.643 e, infine, la Toscana con 184.781 euro (vedi Tab. 3).

Tab. 1 – Primi 3 mesi del 2025: altri 1,8 miliardi in più per il Superbonus

Rank
per var. %
Regioni e
ripartizioni
ONERI A CARICO DELLO STATO
(Detrazioni maturate per lavori conclusi)
Var. ass.
mar 2025-
dic 2024
Var. %
mar 2025/
dic 2024
31.12.2024
(mln euro)
31.03.2025
(mln euro)
1Campania8.873,69.175,2+301,6+3,4
2Marche3.451,83.539,4+87,6+2,5
3Molise786,8806,2+19,3+2,5
4Liguria2.509,52.570,3+60,8+2,4
5Abruzzo4.300,34.401,4+101,1+2,4
6Umbria2.316,52.363,4+46,9+2,0
7Lombardia23.453,723.884,5+430,7+1,8
8Piemonte9.197,09.317,7+120,7+1,3
9Emilia-Romagna12.141,612.292,4+150,7+1,2
10Calabria3.575,63.618,4+42,8+1,2
11Friuli-Venezia Giulia2.917,52.950,2+32,7+1,1
12Lazio10.270,010.384,0+114,0+1,1
13Basilicata1.676,01.693,7+17,7+1,1
14Sicilia7.077,37.136,7+59,4+0,8
15Trentino-Alto Adige3.331,23.358,8+27,6+0,8
16Toscana7.041,07.098,9+58,0+0,8
17Veneto11.697,811.790,7+92,8+0,8
18Puglia5.996,56.034,7+38,1+0,6
19Valle d’Aosta569,9573,3+3,4+0,6
20Sardegna2.997,73.010,4+12,7+0,4
 ITALIA124.181,4126.000,1+1.818,7+1,5
Nord Ovest35.730,036.345,6+615,6+1,7
Nord Est30.088,230.392,1+303,9+1,0
Centro23.079,323.385,8+306,5+1,3
 Mezzogiorno35.283,935.876,6+592,7+1,7

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Enea e Istat

Tab. 2 – Il Superbonus ha interessato pochissimi edifici residenziali

RankRegioni e
ripartizioni
Nr. di asseverazioni depositate
(a)
Nr. edifici residenziali
(b)
Inc. % asseverazioni
su nr. edifici residenziali
(a/b)
1Veneto59.8461.057.2765,7
2Emilia Romagna44.767817.8095,5
3Trentino Alto Adige11.420210.9365,4
4Lombardia78.6301.488.6405,3
5Toscana38.418733.4995,2
6Lazio38.722801.2104,8
7Umbria9.483199.9394,7
8Marche14.165311.6244,5
9Friuli Venezia Giulia13.692306.3634,5
10Abruzzo15.065348.4934,3
11Piemonte36.230944.6903,8
12Basilicata5.559160.0353,5
13Campania30.113892.3083,4
14Valle d’Aosta1.42643.2203,3
15Liguria8.393263.4683,2
16Sardegna15.958512.3103,1
17Molise3.211107.3143,0
18Puglia27.558947.2982,9
19Calabria15.993609.8472,6
20Sicilia31.0601.431.4192,2
 ITALIA499.70912.187.6984,1
Nord Ovest124.6792.740.0184,6
Nord Est129.7252.392.3845,4
Centro100.7882.046.2724,9
 Mezzogiorno144.5175.009.0242,9

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Enea e Istat

Note

  • Numero di asseverazioni depositate, dati al 31 marzo 2025.
  • Numero di edifici residenziali, dati censimento 2011.

Tab. 3 – Superbonus: 252mila euro di oneri medi a carico dello Stato

(dati al 31.03.2025)

RankRegioni e
ripartizioni
ONERI A CARICO DELLO STATO (Detrazioni maturate per lavori conclusi)
milioni di euro
Nr. di
asseverazioni depositate
Importo medio
ONERI A CARICO DELLO STATO
(in euro)
1Valle d’Aosta573,31.426402.014
2Liguria2.570,38.393306.240
3Campania9.175,230.113304.692
4Basilicata1.693,75.559304.681
5Lombardia23.884,578.630303.757
6Trentino Alto Adige3.358,811.420294.113
7Abruzzo4.401,415.065292.160
8Emilia-Romagna12.292,444.767274.586
9Lazio10.384,038.722268.169
10Piemonte9.317,736.230257.181
11Molise806,23.211251.060
12Marche3.539,414.165249.872
13Umbria2.363,49.483249.225
14Sicilia7.136,731.060229.771
15Calabria3.618,415.993226.249
16Puglia6.034,727.558218.980
17Friuli-Venezia Giulia2.950,213.692215.471
18Veneto11.790,759.846197.017
19Sardegna3.010,415.958188.643
20Toscana7.098,938.418184.781
 ITALIA126.000,1499.709252.147
Nord Ovest36.345,6124.679291.514
Nord Est30.392,1129.725234.281
Centro23.385,8100.788232.030
 Mezzogiorno35.876,6144.517248.252

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Enea e Istat

Nota: valori medi (252.147 euro di detrazione in Italia al 31.03.2025) che comprendono tutti gli immobili ovvero condomini, per i quali l’importo medio è più elevato (in Italia 599 mila euro), edifici unifamiliari (in Italia 117 mila euro) e unità immobiliari funzionalmente indipendenti (in Italia 98 mila euro).

Per edificio unifamiliare si intende un’unica unità immobiliare di proprietà esclusiva, funzionalmente indipendente, che disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno e destinato all’abitazione di un singolo nucleo familiare.

Si intendono invece funzionalmente indipendenti le unità immobiliari (con uno o più accessi autonomi dall’esterno) site all’interno di edifici plurifamiliari ma dotate di almeno 3 impianti di proprietà esclusiva tra quelli per l’acqua, per il gas, per l’energia elettrica e per il riscaldamento.  


[1] Per l’anno in corso la detrazione del 65 per cento si applica esclusivamente ai seguenti soggetti:

  • condomini: il beneficio è destinato agli edifici condominiali, considerando l’ampia portata degli interventi che spesso coinvolgono intere strutture abitative;
  • proprietari di edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari: questa categoria comprende anche i piccoli complessi abitativi in cui il singolo proprietario ha il controllo dell’intero immobile;
  • ONLUS, Associazioni di Volontariato (ADV) e Associazioni di Promozione Sociale (APS): la normativa mantiene un’attenzione particolare verso gli enti non profit, incentivando la realizzazione di interventi anche su edifici destinati a finalità sociali.

Per poter accedere nel 2025 al Superbonus era essenziale rispettare precise scadenze documentali. Alla data del 15 ottobre 2024, dovevano essere stati soddisfatti i seguenti requisiti:

  • CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata): doveva essere presentata per interventi diversi da quelli che comportano demolizione e ricostruzione;
  • delibera assembleare condominiale e CILA: per i condomini, era necessario che l’assemblea avesse deliberato l’esecuzione dei lavori e la presentazione della CILA;
  • istanza per il titolo abilitativo: per interventi che prevedevano demolizione e ricostruzione, era indispensabile aver avviato la procedura di richiesta del titolo abilitativo.

[2] Ultimi dati resi disponibili dall’ENEA.

[3] Audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia, testimonianza di P. Tommasino, dirigente del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, 5ª Commissione della Camera dei Deputati (Bilancio, tesoro e programmazione), Camera dei Deputati, Roma, 29 marzo 2023.

[4] Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), Incentives for dwelling renovations: evidence from a large fiscal programme, by Antonio Accetturo, Elisabetta Olivieri and Fabrizio Renzi, Number 860, June 2024.

[5] Questioni di Economia e Finanza, Il miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni in Italia: lo stato dell’arte e alcune considerazioni per gli interventi pubblici, n. 845, aprile 2024.

[6] Memoria nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia, V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, aprile 2023.

[7] Audizione 5° Commissione della Camera dei Deputati del 24 maggio 2023.