In merito al naufragio del Guang Rong, tutto sommato, al di là dei consistenti danni al pontile di Marina di Massa, la nostra comunità può ritenersi fortunata, sempre che lo scafo non ci riservi, all’ultimo, delle sorprese in termini di fuoriuscita di sostanze inquinanti.
Pensiamo se la nave, anziché finire sul pontile fosse stata trascinata sulle numerose scogliere che orlano il litorale massese!
Lo scafo avrebbe seriamente rischiato di squarciarsi liberando inevitabilmente le 102 tonnellate di bunker a bordo provocando un significativo, se non irreparabile, inquinamento di tutta la costa apuo-versiliese. Tralasciamo, al momento, i costi economici e soprattutto ambientali a cui avremmo dovuto far fronte.
Fatte queste premesse, dalla lettura dei giornali, permettetemi di mostrare qualche perplessità sulla catena di comando (comandante, piloti, capitaneria, terminalista) che ha sovrinteso alle operazioni di (non)salvataggio del natante.
Ferme restando le responsabilità del comandante della nave, al momento unico indagato, e che verranno valutate dalla magistratura, mi chiedo e chiedo a chi di dovere:
– considerato il peggioramento del mare e la conoscenza dei problemi a bordo, perché la nave non è stata fatta rientrare subito in porto a Marina di Carrara? Magari accostata ad un’altra se non ci fosse stata una banchina a disposizione.
– se non è stato quanto meno azzardato indirizzarla a tarda ora verso il porto di Spezia, a 11 miglia, con onde di 5 metri ed un vento a 30 nodi?
– per quale ragione non è stato fatto partire subito un rimorchiatore da Marina di Carrara, già in moto e con il personale a bordo disponibile H24, e il terminalista invece sembrerebbe che abbia chiamato quello di Spezia, giunto, comprensibilmente, quando la nave ormai era già contro il pontile?
– considerato l’affidamento delle indagini alla Capitaneria di Marina di Carrara, da parte della Procura, se non si configuri un qualche conflitto di interesse considerato che personale della Capitaneria locale è oggettivamente coinvolto nel caso?
Questo mio intervento è motivato non soltanto da un bisogno di trasparenza su quanto avvenuto ma soprattutto dall’auspicio che non si ripetano eventi simili e che, la macchina dell’emergenza e del soccorso funzioni sempre al meglio, per non piangere poi dopo sulle eventuali morti o sul “carburante” versato.
Prof. Riccardo Canesi