Uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine rivela che smettere di fumare porta benefici in termini di anni di vita guadagnati, indipendentemente dall’età in cui si decide di lasciare le sigarette. I ricercatori dell’Università del Michigan hanno analizzato i tassi di mortalità specifici per età, distinguendo tra chi ha smesso di fumare, chi fuma tuttora e chi non ha mai fumato. Il loro lavoro dimostra che lasciare il fumo a 35 anni permette di guadagnare circa 8 anni di vita, ma anche smettendo a 75 anni si possono guadagnare fino a 0,7 anni.

In Italia il 15% degli anziani fra i 65 e i 75 anni è fumatore e un altro 28% è ex fumatore.

Secondo le stime, chi smette entro i 65 anni ha quasi il 12,4% di probabilità di vivere fino a sei anni in più rispetto ai coetanei che continuano a fumare, mentre chi smette a 75 anni può ancora guadagnare quattro anni di vita. Fondazione Umberto Veronesi sottolinea che il fumo è responsabile di numerose patologie gravi, tra cui il 90% dei tumori ai polmoni e altri tumori correlati come quelli alla trachea e alla laringe.

Inoltre, i benefici per la salute iniziano subito: dopo 12 ore senza sigarette, i livelli di monossido di carbonio tornano normali; dopo un anno, il rischio di infarto diminuisce della metà.

Smettere di fumare non solo riduce i rischi di malattie gravi, ma aiuta anche a migliorare la qualità della vita nel tempo.

Lo studio offre un messaggio chiaro: è sempre possibile trarre vantaggio dallo smettere di fumare, anche in età avanzata, migliorando così l’aspettativa e la qualità della vita.


Non fumare per 12 ore permette di portare i livelli di nicotina e monossido di carbonio a livelli molto più bassi, e l’ossigeno torna a livelli normali.
• Dopo le prime 2 settimane circa, la circolazione del sangue e le funzioni polmonari migliorano.
Dopo 1 mese senza sigarette iniziano a calare la tosse e il respiro corto
In un anno il rischio di infarto del fumatore diventa la metà di quello di un fumatore. Che significa che prima, fumando, era molto più elevato: il doppio. I fumatori hanno da due a quattro volte più probabilità di andare incontro a una malattia cardiovascolare rispetto ai non fumatori, tanto che prima dei 45 anni, il tabagismo è il principale responsabile degli infarti, anche fra chi fuma poco.
Dopo 5 – 15 anni il rischio di ictus diventa uguale a quello di un non fumatore.
Dopo 10 anni il rischio di tumore ai polmoni diminuisce fino alla metà e diminuisce anche il rischio di tumori alla bocca, alla gola, all’esofago, alla vescica, al collo dell’utero e al pancreas.
Entro 15 anni il rischio di malattia cronica diventa uguale a quello di un non fumatore.