Intanto per lunedi la Cooperativa Compass ha indetto una conferenza stampa per illustrare le novità sulle vicende del rapporto con Casa Ascoli
Rimaniamo basiti dalle dichiarazioni del presidente Rsa Casa Ascoli Giancarlo Casotti. Dopo aver fatto un atto attraverso il quale mette in mobilità sei persone su otto dipendenti di Casa Ascoli, oggi a mezzo stampa afferma che quelle persone erano nella struttura senza fare nulla, senza avere compiti.
Le sue affermazioni sono di una gravità inaudita,perché queste persone, come abbiamo già avuto modo di dire, sono lavoratori e lavoratrici che hanno perso parte della loro salute dedicando la vita al lavoro presso la struttura di Casa Ascoli.
Le dichiarazioni di Casotti dimostrano disprezzo verso queste persone che invece meritano un encomio. Queste lavoratrici e lavoratori demansionati per problemi di salute dovevano essere utilmente ricollocati all’interno della struttura. Se la struttura, la direzione, i Cda non hanno saputo rioccupare utilmente queste lavoratrici e questi lavoratori devono porsi delle domande sulla loro efficacia.
Il compito principale del CDA, della direzione e del precedente commissario era ed è quello di organizzare il lavoro.
Evidentemente questa appare come una autodenuncia di incapacità. Chiediamo a Casotti di ritirare quelle dichiarazioni e di chiedere scusa a quelle lavoratrici e a quei lavoratori che prima di lui hanno onorato il proprio lavoro all’interno della RSA Casa Ascoli.
Il segretario generale Cisl-Fp Enzo Mastorci
POLO PROGRESSISTA E DI SINISTRA INTERVIENE SULLE GRAVI AFFERMAZIONI DEL PRESIDENTE CASOTTI SULLA CASA DI RIPOSO ASCOLI
L’intervista rilasciata dall’amministratore di Casa Ascoli ci lascia basiti, sia per i contenuti sia per il tentativo, alquanto goffo, di mischiare le carte e buttare la polvere sotto il tappeto.
Prima di tutto non possiamo accettare che i debiti sembri arrivino da Marte: la narrazione completa ed oggettiva dovrebbe partire dalle colpe dell’impennata dei debiti negli ultimi anni corrispondenti con la gestione commissariale voluta dall’amministrazione Persiani 1 che doveva risolvere la crisi di Casa Ascoli. Così come non è possibile accettare che lo spostamento dei lavoratori dall’assistenza ai pazienti a funzioni di segreteria sia qualcosa di estraneo a Casa Ascoli: quei lavoratori, che oggi stanno perdendo il lavoro, furono infatti spostati in virtù di un provvedimento del commissario, il n°70 del 29/12/2021.
Ci pare paradossale che il presidente di un ente pubblico possa dichiarare di non essere a conoscenza di documenti ufficiali interni. Facciamo poi presente che il bilancio 2023 di Casa Ascoli non si è chiuso con una perdita di 140’000 euro, che si fa corrispondere ai al costo dei sei dipendenti di cui “liberarsi”, ma è più consistente. Inoltre se il costo di quei 6 dipendenti corrisponde a 140’000 mila euro, visto che il costo totale del personale degli 8 dipendenti di Casa Ascoli è di 346’000 euro, significa che esistono 2 dipendenti, risparmiati dalla messa in mobilità, con un costo quasi pari a due volte quello degli altri 6. Magari potrebbe spiegare meglio questa situazione.
Sulla questione dell’accordo con ASL per la permuta “Salva Casa Ascoli” ne sentiamo parlare da molto tempo, troppo, e ogni volta le scadenze vengono sistematicamente disattese: non ci siamo certo dimenticati delle dichiarazioni del Sig. Casotti e del Direttore
Sconosciuto e soprattutto delle date che diedero per certe. Stiamo ancora aspettando e stanno ancora aspettando le cooperative.Infine apostrofare lavoratori e lavoratrici “inattivi” ci pare scorretto e poco opportuno. Quei 6 dipendenti svolgono all’interno della struttura un ruolo e un compito che è stato affidato loro da chi aveva il compito di gestire la situazione già critica. Svolgono il lavoro affidato, con serietà e precisione, secondo gli orari contrattuali, secondo le direttive di subordinazione previste. Uscire sulla stampa definendo i dipendenti “inattivi”, come stessero dalla mattina alla sera a scaldare una sedia, è un affronto nei confronti di chi per decenni ha dato il suo lavoro a Casa Ascoli, nelle mille difficoltà, nei mille problemi che certamente non sono stati causati dai dipendenti.Quando si ricoprono cariche istituzionali di vertice e quando soprattutto queste cariche sono di nomina politica occorrerebbe riflettere molto prima di esprimersi pubblicamente perché le parole sono pietre e giocare sulla pelle di persone e delle loro famiglie è un atteggiamento che non possiamo accettare.
Gruppo consiliare
Polo Progressista e di Sinistra