Con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, il litorale di Massa si ritrova ancora una volta alle prese con i soliti problemi: erosione costiera e accumulo di lavarone sull’arenile. Il vento e le onde hanno già inghiottito metri cubi di sabbia, creando una situazione critica per le strutture balneari. È sufficiente una mareggiata di bassa intensità per far scomparire la spiaggia, con l’acqua che arriva fino agli stabilimenti, come segnala il Consorzio Balneari di Massa.

«Nonostante la mareggiata di questi giorni non sia stata particolarmente intensa – scrive il Consorzio – ha comunque aggravato il fenomeno erosivo, soprattutto nella zona di Ronchi, davanti al Bagno Europa, dove il mare ha scavato a tal punto da far riaffiorare blocchi protettivi posizionati oltre dieci anni fa». A peggiorare la situazione, le forti piogge hanno trasportato grandi quantità di lavarone attraverso i fiumi ei canali che sfociano sulla costa, aggiungendo ulteriori difficoltà per la gestione del litorale.

Il Consorzio lancia un appello urgente alle istituzioni: «Se le condizioni meteo marine peggioreranno nei prossimi mesi, la costa rischia di subire danni irreparabili. Gli interventi tampone non saranno sufficienti, è necessario un piano di manutenzione strutturale e progetti di difesa costiera, oltre a ripascimenti continui. Portare la sabbia non basta, bisogna anche proteggerla, altrimenti ogni mareggiata, anche di bassa intensità, continuerà ad assorbire la costa, riducendola sia in profondità che in volume».

Il problema dell’erosione, iniziato con la costruzione del porto di Marina di Carrara, ha già sottratto centinaia di metri di arenile, in particolare nella zona della Partaccia, ma anche a Marina di Massa, Ronchi e Poveromo. «L’economia turistica della nostra città si basa principalmente sul turismo balneare – sottolinea il Consorzio – e meno spiaggia significa meno turisti, con ripercussioni su tutti i settori collegati. Contrastare l’erosione non è solo una questione ambientale, ma anche economica, e bisogna agire subito, prima che sia troppo tardi».