non riconosce indennizzi reali ai concessionari uscenti. 

I balneari del Consorzio di Massa intervengono sul tema dopo qualche giorno dall’uscita ufficiale del disegno di legge del governo Meloni. «Abbiamo letto attentamente la proposta di legge e abbiamo letto e ascoltato i diversi commenti riportati e trasmetti dai media e per questo abbiamo la necessità di fare chiarezza e di intervenire con alcune riflessioni in merito». 

Gli imprenditori balneari massesi associati al Consorzio Balneari Massa esprimono così il loro disappunto e l’amarezza in seguito al disegno di legge che il governo la scorsa settimana ha reso pubblico definendo come termine ultimo per la conclusione delle procedure di affidamento delle concessioni demaniali “entro il 30 settembre 2027 e massimo entro il 31 marzo 2028”.

«Leggendo i giornali – commentano – sembra proprio che il governo Meloni abbia ottenuto due grandi risultati: una proroga al 2027 ed indennizzi ai concessionari uscenti.

In realtà, infatti, se si legge il testo di legge emerge una situazione molto diversa da quella riportata dai titoli dei giornali. La proroga non è certo quello di cui ha bisogno la categoria. Gli imprenditori devono avere maggiori certezze per operare nel settore e non dello slittamento temporale del problema. Tale proroga sarà ritenuta lecita a fronte di eventuali ricorsi?

Nel disegno di legge si parla di indennizzi, ma questi sono previsti solamente se ci sono stati investimenti negli ultimi 5 anni che non sono ancora stati ammortizzati. E il valore aziendale? Ad oggi non viene riconosciuto. Tutto questo nel disegno di legge viene azzerato. 

Le migliaia di aziende che insistono sul demanio, secondo questo testo, non hanno valore, non esistono e non sono di fatto mai esistite. Questo riteniamo che sia totalmente inaccettabile sia per gli evidenti danni che porta nei confronti di chi ha acquisito una concessione e si trova azzerato il proprio investimento, sia per le conseguenze che questa decisione comporterà. Chiunque infatti si aggiudicherà una concessione deve essere consapevole che la propria azienda, al termine del periodo concesso, non avrà valore e sarà quindi obbligato a cercare il maggior profitto con il minimo sforzo. Avremo un demanio gestito con la ricerca del profitto “usa e getta”. 

In generale troviamo criticità in molte parti del disegno di legge che ci sembra perfetto per dare in pasto il demanio ai grandi gruppi economici non lasciando speranza di competere alle piccole imprese familiari, che da sempre caratterizzano l’offerta ricettiva balneare italiana. 

Siamo profondamente convinti che questo testo di legge sia peggiorativo rispetto alla legge Draghi che almeno era, anche se con tutti i suoi difetti per la nostra categoria, più chiara e con alcune possibilità in difesa delle piccole aziende familiari.

Come categoria eravamo pronti a tutto, ma non a questo: il governo Meloni, che ha più volte dichiarato di voler difendere le aziende balneari, ha partorito un disegno di legge che peggiora notevolmente la “legge Draghi” che, fra l’altro, non era stata contestata dall’Europa e che prevedeva il risarcimento del valore aziendale al concessionario uscente. Non possiamo quindi che concludere che questa scelta sia volutamente politica e non imposta da regole europee. Non ci resta da sperare che sia il frutto maldestro di un mancato approfondimento delle ripercussioni che ne deriveranno. Ci attiveremo per informare cittadini, politici e tutta l’opinione pubblica della profonda ingiustizia che si porta dietro questo testo di legge e delle deleterie conseguenze che arriveranno nella gestione del demanio per le future generazioni».