“E’ necessario pensare ad un secondo punto di prelievo in quel tratto di costa. Dobbiamo inoltre difendere la risorsa naturale che è il nostro mare, non solo perchè dà lavoro, ma perchè è vita”

«Siamo preoccupati per il risultato di queste analisi e in generale da quello che negli ultimi giorni è uscito su diverse testate in merito alla salute del nostro mare». Queste le parole della presidente del Consorzio Balneari Massa Itala Tenerani che parla a nome degli operatori del settore. «Il risultato di queste ultime analisi è frutto del prelievo fatto nella cella quattro, a ridosso della foce del Magliano. Riteniamo che chi di dovere debba pensare che in un tratto di costa così ampio sia necessario un secondo punto di prelievo, perchè questo risultato coinvolge anche celle che sono a centinaia di metri di distanza dalla foce del Magliano. E’ un tratto di costa troppo ampio per avere solo un punto di campionamento. E’ inoltre urgente lavorare per risolvere l’annoso problema del fosso Magliano che ogni volta presenta sempre le stesse criticità e come risultato abbiamo sempre il divieto di balneazione».

Questo il pensiero dei balneari in seguito all’ordinanza di divieto di balneazione a levante di piazza Bad Kissingen fino al Magliano. Ma la questione ambientale relativamente al mare di questi tempi è molto più complessa. «Il mare sembra essere sotto “attacco” prosegue Itala Tenerani e non lo diciamo solo come categoria che lavora grazie a questa preziosa risorsa naturale, ma da cittadini preoccupati per le notizie che stiamo leggendo negli ultimi tempi. Pochi giorni fa Goletta Verde a Firenze ha dichiarato che le foci dei fiumi della nostra zona sono inquinate a causa di impianti di depurazione e fognature che andrebbero potenziati e resi più efficienti. Sempre qualche giorno fa invece abbiamo letto che le risorse ittiche europee per il 2024 sono arrivati al capolinea,  nel senso che da oggi siamo virtualmente a debito di pesce a causa dell’eccessivo sfruttamento dei mari. Per ultimo in ordine cronologico, ma non certo per importanza, abbiamo letto le dichiarazioni di associazioni ambientaliste che hanno ricevuto una risposta dal Ministero dell’ambiente che certifica  che la marmettola stia inquinando i nostri fiumi e di conseguenza il nostro mare. Sembra quindi davvero che il mare sia sotto attacco a partire dalle montagne passando per i fiumi fino ad arrivare in acque aperte.

Siamo consapevoli che siano problemi di gestione che coinvolgano più istituzioni, anche di colore politico diverso, ma non possiamo non far sentire la nostra voce e chiedere che sia prestata maggiore attenzione e che venga assegnata la priorità alla tutela di questa risorsa naturale che dà lavoro, ma che dà soprattutto vita».