Sabato 22 giugno, in occasione della Luminaria a Borgo del Ponte, si terrà la mostra Quale Confine del fotografo Massimo Matelli. L’evento sarà dalle 21:00 presso Palazzo Pitone, situato in via Palestro, proprio all’ingresso di Borgo del Ponte.
Quale Confine non è solo una serie di fotografie, ma un racconto visivo che attraversa le esperienze di molti migranti. Tutto è iniziato quasi per caso, come spesso accade con le idee più belle. Durante una visita, Luca Mosti e Marco Oddone hanno notato alcune foto scattate da Massimo Matelli durante un viaggio in Kenya nel 2006. Da lì è nata l’idea di creare un percorso che partisse da quelle immagini per arrivare alle storie dei migranti a Marina di Carrara. «Le espressioni nelle foto -spiega Matelli riferendosi in particolare agli scatti in Kenya- possono sembrare felici, ma spesso nascondono una vita di sacrifici, dolore e povertà. Molte di queste persone allora scelgono di partire. Rischiando tutto, anche la vita, per cercare un futuro migliore. La mostra vuole mostrare questa dualità: una felicità apparente che cela una realtà molto dura».
La raccolta per immagini cerca di evidenziare la contrapposizione tra le emozioni e le esperienze, anche attraverso il contrasto cromatico: da una parte la vita difficile dei migranti, dall’altra la speranza di un nuovo inizio. «Abbiamo foto di bambini di pochi mesi -racconta Matelli- e se una madre arriva al punto di rischiare la vita del proprio figlio, significa che la situazione è veramente disperata. Il nostro obiettivo è sensibilizzare il pubblico su queste realtà, senza cadere nella spettacolarizzazione del dolore».
Le foto sono circa 50 e saranno esposte lungo un percorso nel giardino, culminando sotto un gazebo dove saranno raccolte le immagini dei migranti.
Matelli ha scelto di non rappresentare il dolore in modo drammatico, ma di raccontare le storie con semplicità e rispetto, rendendo le esperienze comprensibili e toccanti sia per gli adulti che per i bambini. Da qui il nome Quale Confine: non solo geografico, ma anche psicologico ed emotivo che cerca al tempo stesso di aprire un riflettore su questo esodo di persone.