Primo incontro con l’assessore Stefano Baccelli assieme a sindacati, categorie e sindaci. Uil e Feneal: “Gli obiettivi restano occupazione stabile e lavoro sicuro, soprattutto al piano”

Dalla gestione della marmettola al conteggio degli scarti di lavorazione all’interno della produttività dell’azienda fino ad arrivare ad approfondimenti della filiera corta prevista dalla legge 35 della Regione Toscana: è stato un primo confronto a tutto tondo quello organizzato dall’assessore alle attività produttive della Regione, Stefano Baccelli, che ieri ha messo allo stesso tavolo virtuale i sindaci dei Comuni interessati dalla presenza di attività estrattive, l’associazione degli industriali, le associazioni di categoria e i sindacati confederali.

Un primo incontro molto partecipato, nel quale hanno preso parte le diverse istanze che gravitano attorno al comparto lapideo e che li vedrà protagonisti dei prossimi appuntamenti.

Daniele Battistini

“E’ un primo passo – sottolineano Daniele Battistini, segretario Feneal Uil Toscana e Franco Borghini, segretario Uil area nord Toscana – da cui ci aspettiamo nelle prossime settimane un’importante accelerazione nel confronto. La Regione Toscana, e in particolare l’assessore Baccelli, si sono presi l’impegno di organizzare dei tavoli tematici su ciascuno dei problemi da affrontare nel mondo del marmo che approfondisca le criticità da superare ma soprattutto provi a mettere in evidenza le opportunità da cogliere.

Franco Borghini

Tavoli che dovranno essere convocati già dai prossimi giorni: aspettiamo a breve un calendario degli appuntamenti su cui gli uffici a Firenze stanno già lavorando”. Tavoli di natura tecnica e di natura politica, perché i nodi da sciogliere sono tanti, come confermano i due segretari: “Per quanto ci riguarda – concludono i due segretari – i nostri obiettivi principali sono chiari: vogliamo sicurezza per i lavoratori che operano nel settore del lapideo e prospettive di crescita del comparto, consapevoli che il futuro del settore passi attraverso una maggiore ridistribuzione della ricchezza prodotta dal marmo sui territori e questo può avvenire soprattutto attraverso il lavoro sicuro e l’occupazione stabile che deve aumentare in maniera sensibile, in particolare al piano”.