PIANO REGOLATORE PORTUALE DI MARINA DI CARRARA.

Il comune di Massa in data 30/11/2023 ha inoltrato a Regione Toscana e Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale il proprio contributo sul procedimento di VAS nazionale in corso sul “Piano Regolatore Portuale del Porto di Marina di Carrara” denominato con l’acronimo PRP. Il contributo fornito dall’amministrazione comunale, pur prendendo atto che lo sviluppo e la riorganizzazione del Porto di Marina di Carrara costituisca un importante volano di crescita economica non solo per il Comune di Carrara ma anche per l’intero territorio provinciale, evidenzia una forte preoccupazione dovuta al fatto che dall’analisi degli elementi tecnici contenuti nel PRP emerge che le nuove opere connesse al prolungamento della diga foranea rischiano di aggravare ulteriormente l’intenso fenomeno erosivo in atto sulla costa massese collocata a SE dell’opera portuale.

E questa era una delle condizioni per noi imprescindibili rispetto alla condivisione politica del progetto. Purtroppo dall’analisi approfondita dei dati e dei grafici di corredo all’elaborato specialistico F.3 “Studio modellistico di morfodinamica costiera per il Porto di Marina di Carrara” (redatto dall’ATI costituita dalla società mandataria Modimar srl e dalla mandante Technital spa) risulta che la zona di influenza della nuova diga foranea prevista dal PRP (che rispetto alla diga foranea attuale comporterà un prolungamento verso la costa massese di circa 450 m) potrebbe produrre, secondo le simulazioni effettuate dagli stessi progettisti dell’opera, una riduzione del trasporto solido a SE del porto dovuta ad un “effetto ombra” che genererà ulteriori effetti erosivi sulla costa sottoflutto, “schermata” dal prolungamento della nuova diga foranea, andando così ad interessare almeno 1 km della costa più settentrionale del comune di Massa sita in località Partaccia a sud della foce del fosso Lavello.  

Del resto i risultati delle simulazioni, relativi agli effetti prodotti a seguito delle nuove opere, non necessariamente descrivono uno scenario da considerarsi cautelativo e talvolta, come di recente accaduto nel corso della mareggiata dello scorso 3/11/2023, i fenomeni naturali possano presentarsi con intensità tali da superare anche le previsioni modellistiche più conservative   Il contributo ricorda inoltre che il tratto di costa sito in località Partaccia, attualmente in fase erosiva, è stato oggetto di un accentuato fenomeno erosivo collocabile a partire dal 1925 (dopo soli tre anni dalla data di inizio della costruzione del porto di Marina di Carrara risalente al febbraio 1922) così come già documentato in studi del CNR condotti nel 1940.

A tal proposito è significativo ricordare che, secondo i dati del CNR del 1940, dopo soli 13 anni dall’inizio della costruzione del Porto di Marina di Carrara nella località Partaccia (nel 1935) l’azione erosiva del moto ondoso aveva prodotto un arretramento della linea di costa di oltre 120 m. L’intensa azione erosiva, nonostante l’edificazione di opere rigide aderenti alla costa, non si è però arrestata nel corso degli anni tanto che, la differenza tra la linea di costa attuale rispetto alla linea di riva del 1930 risulta pari a circa 150 m. Nonostante il tempo passato, questo settore di costa risulta tuttora in erosione.

La scomparsa dell’arenile della località Partaccia è quindi dovuta agli “effetti collaterali” legati alla nascita del Porto di Marina di Carrara che è da considerarsi quale causa scatenante dell’intensa azione erosiva che ha colpito la costa massese. Nello specifico si ritiene che il mancato o ridotto apporto solido fluviale da parte, in primis, del Fiume Magra abbia costituito e costituisca tutt’oggi una causa predisponente comune a tutto il tratto costiero posizionato lungo lo stesso drift litoraneo (tratto tra bocca di Magra e Forte dei Marmi/Marina di Pietrasanta) mentre il Porto di Carrara abbia rappresentato e rappresenti tutt’oggi la causa scatenante dell’azione erosiva costituendo un formidabile acceleratore dell’azione erosiva del mare che avrebbe comunque operato in conseguenza del deficit di trasporto solido proveniente da nord ma con effetti certamente differiti nel tempo.

Oggi il Porto di Marina di Carrara, a oltre 100 anni dalla sua nascita, rappresenta un importante volano per l’economia del nostro territorio e pertanto appare comprensibile adeguarlo per affrontare al meglio la sua produttività. Si richiede però che l’attuazione delle opere previste dal PRP oltre a non peggiorare l’attuale trasporto solido litoraneo e quindi gli effetti erosivi ad esso connessi, come purtroppo evidenziato nel nostro contributo, siano vincolati al finanziamento e realizzazione di opere a carattere straordinario di tipo compensativo finalizzate alla ricostruzione di un arenile con ampiezza adeguata a soddisfare le esigenze turistico ricettive del litorale massese ed in grado di riqualificare dal punto di vista ambientale e paesaggistico l’intero litorale massese fino alla foce del Fiume Versilia. Non meno rilevante la seconda tematica analizzata riguarda il “possibile allargamento delle aree interessate da divieto permanente di balneazione associate al porto di marina di carrara” La configurazione attuale del Porto di Marina di Carrara genera un divieto permanente di balneazione di forma circolare legato, secondo le informazioni acquisite, non a problematiche di tipo igienico sanitario ma a tematiche legate alla sicurezza correlabili all’ingresso in porto delle navi. Il divieto di balneazione attuale ha una forma circolare con raggio di circa 1800 m che interseca la linea di costa del versante massese generando un divieto permanente di balneazione fino all’area antistante il rimessaggio Marchini.

Con riferimento a tale tematica si teme che il prolungamento verso levante di circa 450 m della diga foranea attuale secondo la configurazione proposta nel PRP richieda da parte degli uffici della Capitaneria di Porto l’estensione dell’attuale limite di balneazione. In questa ipotesi, per gli stabilimenti dell’area campeggi ovest e per gran parte degli stabilimenti della zona campeggi est sarebbe preclusa la possibilità di esercitare l’attività balneare. La terza tematica analizzata riguarda infine la “possibile riduzione del deflusso in uscita dalla foce del fosso lavello correlata alle opere del PRP”.

Dall’esame degli studi specialistici risulta che, soprattutto in occasione degli stati di mare più frequenti ed intensi provenienti da Libeccio, i depositi di trasporto solido che oggi si concentrano in corrispondenza della foce del torrente Carrione migrino verso la foce del Lavello creando una barra di foce che andrebbe ad accentuare le attuali problematiche, anche di carattere igienico sanitario, connesse al deflusso delle acque superficiali del corso d’acqua.

Il Sindaco Francesco Persiani