Resto amareggiato e stupito dalle parole dei tre Segretari Provinciali di CGIL, CISL e UIL apparse stamani sui quotidiani. Ritengo questa specie di attacco frontale nei miei riguardi ingiusto e ingiustificato. Vengo accusato di aver convocato una conferenza stampa senza il loro placet. Ebbene, come sindaco rivendico il diritto e il dovere di comunicare ai miei concittadini, come e quando ritengo opportuno, ogni elemento essenziale che riguarda la loro vita soprattutto quando si parla di salute. Sono stato infatti criticato, anche se si potrebbe usare il termine “censurato” solo perché ho cercato di tranquillizzare una popolazione che aveva inopinatamente appreso cose non vere circa la imminente chiusura di un presidio fondamentale quale la Casa della Salute di via Bassa Tambura.

Ricordo a me stesso che il giorno prima della conferenza stampa c’era stata una fuga di notizie, riverberatesi velocemente sulla stampa e sui social, che aveva destabilizzato personale Asl, cittadini e gli stessi sindacati, sino a spingere alcuni consiglieri comunali la stessa sera a rivolgermi nel corso del Consiglio Comunale richieste di chiarimenti e precisazioni su quanto stesse accadendo.

Oltretutto, la conferenza stampa non solo era stata dettata dalla necessità e urgenza di rispondere alle suddette legittime sollecitazioni, ma soprattutto per smentire che vi fosse per l’appunto un piano di exit strategy già definito e approvato in qualche stanza segreta, e illustrare alla città lo stato di avanzamento della nuova Casa di Comunità. Nel corso della conferenza, inoltre, sia la Direttrice di Zona Dr.ssa Guglielmi che il sottoscritto si sono perorati nel ribadire che il piano di spostamenti, che ormai era stato reso di dominio pubblico senza alcuna autorizzazione, non era che una proposta che sarebbe dovuta, come avverrà, essere condivisa e concordata con tutti, in primis con le OO.SS.

Il fatto che secondo i sindacati il piano debba essere azzerato non implica automaticamente che su questa proposta non si possa aprire una discussione trasparente e democratica, nel rispetto delle rispettive prerogative di tutte le istituzioni chiamate ad assumere decisioni e provvedimenti.

L’aver richiamato un generale comportamento improntato a lealtà e responsabilità non era diretto alle organizzazioni sindacali, bensì a tutti i soggetti, compresi loro, coinvolti nel percorso informativo comunicativo e decisionale. Non ultimo, ricordo ancora che quale sindaco di Massa avevo, poco dopo che era scoppiato il caso del Monoblocco di Carrara, avanzato la necessità che la cabina di regia venisse estesa anche agli altri comuni di costa, proprio per evitare che episodi analoghi potessero avere ricadute negative sulla gestione di temi sensibili e di grande attualità altrove. Purtroppo il mio appello è caduto nel vuoto e solo ora si è sentita l’urgenza di estendere il tavolo a Massa e Montignoso. Meglio tardi che mai. Ma non ci sto a passare per capro espiatorio, soprattutto nei rapporti con i sindacati verso i quali ho sempre mantenuto il massimo rispetto e la più ampia disponibilità ad ogni forma di interlocuzione. Non so se ci sono altre ragioni, magari politiche, che hanno determinato questa reazione, ma ad ogni buon conto, per fugare ogni dubbio o riserva mentale, questo spiacevole episodio che intendo mettere subito nel dimenticatoio non vedrà un mutamento di atteggiamento da parte mia. I sindacati troveranno, come hanno sempre trovato anche questi mesi di nuovo mandato, la mia porta aperta, per un sereno dialogo e un confronto costruttivo.