Apprendiamo che il piano di chiusura e riorganizzazione del distretto di via Bassa Tambura sarebbe stato sospeso.

Le dichiarazioni fatte in conferenza stampa dal sindaco di Massa Persiani e dalla dott.ssa Guglielmi responsabile della Zona delle Apuane,  non rassicurano affatto, ribadendo che la casa della salute di Via Bassa Tambura non deve chiudere ma deve essere oggetto di interventi atti al suo mantenimento, garantendone la funzionalità ed i servizi all’intera cittadinanza.

Chiediamo un Consiglio Comunale aperto dove si discuta del presente e del futuro prossimo della sanità territoriale, un consiglio aperto al contributo dei sindacati, delle associazioni e degli ordini professionali direttamente coinvolti.
C’è bisogno di un confronto partecipato che veda la presenza di Asl, Regione Toscana e Comuni di Costa affinché si possa definire una riorganizzazione dei servizi sanitari del territorio condivisa ed adeguata ai bisogni dei cittadini.
Leggiamo di spostamenti dei servizi diretti e in appalto senza il riferimento al necessario confronto.
I bisogni socio sanitari delle famiglie sono aumentati e diversificati e debbono guidare l’organizzazione territoriale.
Si tratta di rispondere alla drammatica carenza di personale sanitario che obbliga a rivedere alcuni modelli organizzativi pur non rinunciando a venire incontro ai bisogni sanitari. La sanità pubblica deve saper rispondere con efficienza, efficacia e appropriatezza alla propria funzione e deve sapere integrare due ambiti operativi fondamentali: quello ospedaliero e quello territoriale imperniato sulle Case di comunità e gli ospedali di comunità.

Nella nostra realtà territoriale, mentre l’ospedale NOA ha dato risposte positive e ha permesso di superare le fasi più difficili durante la pandemia del Covid, la medicina territoriale ha mostrato criticità e la necessità di una riorganizzazione per rispondere meglio ai bisogni di salute, per offrire prestazioni e servizi in grado di alleggerire una pressione diventata insostenibile nei Pronto Soccorso.

In attesa della realizzazione della Casa di Comunità che l’Amministrazione Persiani ha deciso di collocare con una scelta incomprensibile in “pertinenze ferroviarie” e in un’area fortemente congestionata dal traffico veicolare, era evidente e chiaro che le attività distrettuali di Marina, Villette e la Casa della Salute di via Bassa Tambura andavano riorganizzate e potenziate.
Invece, sottotraccia, si sono “indeboliti” o fatti venir meno alcuni servizi.

In Consiglio Comunale e non solo, abbiamo nel tempo e più volte espresso  preoccupazione e invitato ad intervenire su temi e problematiche relative a una serie di questioni quali ad esempio : il Servizio di radiologia di via Bassa Tambura che, funzionante a trimestri alterni, ha costretto molte persone a rivolgersi ad altre strutture del territorio provinciale o a strutture private, penalizzando significativamente i soggetti più fragili; o ancora il depotenziamento dell’odontoiatria che si era caratterizzata anche per l’offerta e la cura di soggetti affetti da autismo; per non elencare poi la riduzione nel tempo di servizi specialistici ambulatoriali.
Come si è potuto pensare che fino all’apertura della nuova Casa di Comunità non era necessario rispondere ai problemi e ai bisogni del territorio ?

Per queste ragioni chiediamo un Consiglio Comunale aperto dove si possa discutere e condividere le decisioni necessarie a perseguire una sanità pubblica di qualità, equa, universalistica e mostrare senso di responsabilità che non può prescindere dalla volontà e dalla capacità di confronto.

ENZO ROMOLO RICCI
STEFANO ALBERTI
GABRIELE CARIOLI
GIOVANNA SANTI
DANIELE TARANTINO
IVO ZACCAGNA
DINA DELL’ERTOLE