Leggo negli ultimi giorni alcuni commenti che, in relazione alla vexata quaestio delle bonifiche, si palesano principalmente per la non troppo celata finalità di attaccare il Comune di Massa colpevole, a dire di questi commentatori, del grave errore di non essersi costituito nella causa pendente avanti il TAR Toscana promossa da Edison (erede di Farmoplant) nei confronti del Ministero dell’Ambiente e di Arpat. Naturalmente questi interventi sono frutto o di mala fede o di profonda ignoranza, o forse di entrambe. Fa veramente specie leggere che non costituendosi in giudizio il Comune di Massa avrebbe lasciato il territorio senza voce in capitolo su ciò che verrà deciso a Firenze. Quasi a sottendere che da questa assenza nel giudizio potessero derivare conseguenze dannose a carico dei cittadini e delle imprese massesi o che non si potesse addivenire alla bonifica delle aree Sin e Sir. Non è così e comunque se qualcuno pensava di cogliere in fallo non tanto il Comune quanto questa Amministrazione, era meglio non facesse affidamento sulla attendibilità dei propri informatori: il ricorso presentato da Edison avverso il provvedimento con il quale il Ministero dell’Ambiente ha ordinato a detta società, nell’aprile 2018, di presentare entro sei mesi un progetto di bonifica del sito di interesse nazionale ex Farmoplant volto ad evitare la diffusione della contaminazione, è stato infatti notificato al Comune di Massa allorché Sindaco p.t. non era ancora il sottoscritto: chi, dunque, avrebbe omesso di costituirsi in giudizio?
E’ facile scoccare la freccia, ma più difficile centrare il bersaglio. A questi novelli Guglielmo Tell, vorrei ricordare che la mela che avrebbero dovuto colpire, e da tempo, si trova sulla testa di qualcun altro, ad esempio di coloro che hanno preteso che vaste aree del nostro territorio venissero definite Sito di interesse Nazionale e poi Regionale, omettendo però di attivarsi per bonificare la falda, rendendo queste aree del tutto inutilizzabili per decenni o svalutandone il valore, ma creando l’illusione di piogge di finanziamenti milionari mai arrivati; coloro che per anni hanno taciuto alla popolazione i rischi che potevano loro derivare dall’utilizzo dei pozzi; coloro che hanno consentito che venissero rilasciate certificazioni di avvenuta bonifica che tale non era; coloro che hanno transato la causa di risarcimento danni nei confronti di Farmoplant per il misero importo di 700.000 euro; e l’elenco potrebbe continuare ma questo purtroppo non servirebbe a dare le risposte che da oltre trent’anni tutti stiamo attendendo. Sappiamo bene che “chi inquina deve pagare”, e sotto questo profilo il Ministero dell’Ambiente, unico soggetto legittimato, seppur lentamente, si sta attivando e noi tutti confidiamo che dopo tutti questi anni e svariati procedimenti giudiziari (sin’ora non proprio vincenti), qualcuno sia veramente condannato al risarcimento dei danni ambientali.
Ma la vera partita da vincere, e qui casca l’asino, è quella della bonifica della falda e la restituzione agli usi legittimi di gran parte dell’area industriale e di molte altre parti del nostro territorio. Sì, perché ben lungi dal fare chiarezza o dal fornire soluzioni, anche lo studio affidato alla Sogesid si sta dimostrando un percorso accidentato e periglioso, non in grado certamente di individuare la linea di demarcazione temporale tra la situazione attuale e la soluzione definitiva dell’inquinamento. Insomma, è inutile nasconderci l’enormità del problema delle bonifiche e quanto impegno ancora verrà richiesto a tutti i livelli, da quello istituzionale a quello delle imprese sino ai singoli cittadini, ma, per favore, non utilizziamo argomenti troppo seri per essere banalizzati in polemiche di basso profilo, lanciando i soliti vecchi e sbagliati messaggi di un territorio diviso e litigioso e pertanto debole.
L’Amministrazione massese è e resta in prima linea in questa battaglia, svolgendo attivamente il proprio ruolo in ogni sede, soprattutto non mancando mai di sollecitare chi veramente dovrebbe dare le risposte che non arrivano: in primis la Regione Toscana.
Il sindaco
Francesco Persiani